Come nel Rapporto 2001, anche quest’anno dall’analisi delle risposte fornite dagli uffici dei Consigli regionali in ordine alla formazione e attuazione delle politiche dell’Unione europea, si è evinto il loro interesse per questa materia e, soprattutto, per la politica di coesione economica e sociale, che, d’altra parte, ha un peso preponderante nell’attività regionale. La maggior parte degli uffici regionali, infatti, ha apportato il suo contributo alla ricerca non solo rispondendo alle domande formulate, ma aggiungendo informazioni e osservazioni molto interessanti.
Occorre premettere che la scelta metodologica compiuta nel formulare il questionario è consistita nel riproporre le domande dell’anno precedente; tale scelta, non priva di limiti, ha consentito però di privilegiare l’attenzione per i cambiamenti intervenuti rispetto al 2001.
Inoltre, il mantenimento delle domande dell’anno precedente, unito ad un’analisi focalizzata sui rapporti Consigli – Giunte, non ha consentito di cogliere – né era d’altra parte tra gli obiettivi prefissati – gli elementi innovativi nell’ambito della politica di coesione, con specifico riguardo ai programmi comunitari 2000-2006 (Docup per le regioni Obiettivo 2, POR per le regioni dell’Obiettivo 1, Complementi di programmazione, Iniziative comunitarie) ed all’organizzazione delle strutture secondo quanto previsto dall’importante Riforma dei fondi a finalità strutturale del 1999 (Regolamento CE n.1260/1999) ( ).
Da sottolineare, inoltre, che, anche nel Rapporto 2002, informazioni riferite a determinati aspetti (es. Comitato delle regioni, uffici di rappresentanza, Rappresentanza italiana a Bruxelles, programmi comunitari) sono state incluse in diverse tipologie di risposta a seconda dell’interpretazione delle domande da parte delle regioni. Pertanto, come nel Rapporto 2001, anche in questo del 2002 si è proceduto all’esame dei dati riferiti alle singole domande del questionario cercando di individuare e far emergere le linee di tendenza comuni tra le regioni. A tale scopo, ove possibile, queste ultime sono state raggruppate sulla base delle informazioni fornite su specifici argomenti.
Tuttavia, a differenza di quanto effettuato nel precedente del 2001, in questo Rapporto 2002 si è scelto di ampliare l’analisi introduttiva allo scopo di delineare un quadro generale indicativo degli orientamenti delle regioni in relazione agli aspetti più salienti del rapporto tra i diversi livelli istituzionali: regione, Stato, Unione europea. Detta analisi è stata effettuata sulla base delle informazioni ottenute dall’esame del questionario, ma è stata anche supportata sia da documentazione rappresentativa dell’attività parlamentare in questa materia, sia da alcuni articoli ritenuti particolarmente interessanti per comprendere il ruolo delle regioni rispetto ai processi di riforma in atto in Italia e in Europa.
La decisione di esaminare nell’analisi introduttiva il ruolo delle regioni nel processo di riforma costituzionale in Italia è stata determinata dal fatto che nel Rapporto 2002 è stata introdotta una domanda proprio su questo processo in atto e, in particolare, sugli eventuali cambiamenti avvertiti dalle regioni rispetto a quanto previsto dal quinto comma dell’art.117 della Costituzione. In questo caso, l’esame dei dati ha consentito di individuare una linea di tendenza comune, avendo le regioni affermato di non aver recepito alcun cambiamento in relazione alla partecipazione delle regioni al processo normativo comunitario. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che il quesito posto è risultato prematuro rispetto all’evolversi degli eventi, ma un Rapporto datato 2002 non poteva certo esimersi dall’affrontare la materia.

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)

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