a cura di Antonino Iacoviello

 

Il tema delle forme di raccordo tra Stato e autonomie continua ad avere un’importanza centrale nel dibattito scientifico e politico-istituzionale.

A seguito della riforma del Titolo V della Costituzione si è reso necessario individuare elementi di equilibrio tra le esigenze di unitarietà e le garanzie costituzionali di autonomia.

In particolare il problema si è posto con riferimento al sistema di riparto delle competenze legislative, che si è rivelato problematico con riferimento ad una serie di ambiti materiali in cui si incrociano competenze statali e regionali.

Per assicurare il funzionamento del sistema, senza violare le regole in materia di riparto della competenza legislativa tra Stato e  Regioni, si è fatto ricorso al principio di “leale collaborazione”.

La Corte costituzionale, chiamata ripetutamente a risolvere conflitti di competenza tra Stato e Regioni, ha superato la rigida ripartizione della competenza legislativa introducendo originali strumenti di flessibilità; il presupposto per un legittimo intervento dello Stato in ambiti materiali affidati alla competenza regionale è stato individuato nella necessaria adeguata rappresentazione degli interessi regionali.

Come sede di dialogo interistituzionale è stato individuato “il sistema delle Conferenze”, cui è stato affidato il compito di realizzare concretamente la leale collaborazione.

Considerata l’assenza di altre sedi di raccordo istituzionale e di una trasformazione delle istituzioni parlamentari coerente con il modello indicato dalla stessa legge di revisione costituzionale n. 3/2001, la scelta è stata obbligata.

Le soluzioni individuate per la soluzione di singole specifiche questioni, nel tempo, hanno perso la loro natura contingente e sono diventate sistemiche.

Dopo quindici anni di vigenza dell’attuale Titolo V, infatti, non si è ancora proceduto alla piena attuazione del modello delineato dal legislatore costituzionale; con riferimento al tema della cooperazione istituzionale, non si è proceduto all’attuazione dell’articolo 11 della legge costituzionale del 2001 che prevede forme di partecipazione regionali alla funzione legislativa.

In tale contesto, il riferimento al principio di leale collaborazione nella giurisprudenza costituzionale tra Stato e Regioni continua ad essere frequente, e continua ad essere utilizzato in funzione compensativa della riduzione degli ambiti di competenza regionale.

Considerata la rilevanza della piena realizzazione del principio di leale collaborazione ai fini della corretta attuazione della riforma del Titolo V della Costituzione, si è avviato il monitoraggio delle esperienze di cooperazione interistituzionale e del dibattito istituzionale sulle possibili soluzioni per favorire nuove forme di raccordo tra Stato e Regioni.

La raccolta della documentazione è orientata a favorire la ricerca e la consultazione degli atti di maggiore rilievo.


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