Nel Rapporto 2002, alcune regioni hanno fatto già riferimento al tema della Convenzione chiedendo, tra l’altro, un rafforzamento del carattere democratico dell’Unione europea mediante la partecipazione delle regioni alla fase costituente e un maggiore coinvolgimento dei cittadini. Rispetto a quest’ultimo elemento, purtroppo è da ammettere che il problema del deficit democratico è ancora presente in ambito europeo nonostante i tentativi di accrescere il ruolo del parlamento europeo e quello dei parlamenti nazionali. Come ribadito dal Vicepresidente della Commissione per le politiche dell’Unione europea On. Zani nella, già citata, Riunione interistituzionale sembra ormai unanime il consenso espresso nel corso dei lavori della Convenzione sull’opportunità di inserire nei primi articoli della Costituzione europea un esplicito riconoscimento del ruolo delle regioni e dell’intero sistema delle autonomie locali. D’altra parte, ciò è in linea con la risoluzione approvata dal Parlamento europeo sul ruolo dei poteri regionali e locali.
Le regioni e, principalmente, i Consigli regionali si sono dimostrati, comunque, particolarmente interessati a rafforzare e allargare il dibattito sul futuro dell’Europa e sulla Convenzione europea. Basti pensare, a tale proposito, al primo Convegno sull’avvenire dell’Europa (Ancona, febbraio 2002); alle risoluzioni del Piemonte (febbraio 2002), dei Presidenti dei Consigli regionali (marzo 2002) e di altre regioni (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna, Toscana, Veneto) (maggio 2002); al sistema dei Forum regionali (Roma, maggio 2002), alla Dichiarazione sull’Avvenire dell’Europa e sulla Convenzione europea (Reggio Calabria, luglio 2002); all’incontro delle regioni europee a Valentia e alla riunione della Calre a Bruxelles (ottobre 2002); agli eventi di fine 2002 in tutte le altre città a partire da Milano.

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)


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