L’attuazione della normativa comunitaria investe il piano legislativo, quello amministrativo e quello relativo agli atti di programmazione previsti dalla stessa normativa comunitaria ( ). In particolare, le regioni hanno precisato che l’attuazione della normativa comunitaria avviene mediante leggi regionali (Marche ( ), Valle d’Aosta); leggi regionali e delibere della Giunta (Abruzzo, Calabria); leggi regionali e atti normativi (Emilia-Romagna, Lombardia, Sicilia) ( ); leggi provinciali e regolamenti (provincia autonoma di Bolzano); atti amministrativi (Liguria, Molise) e atti programmatici secondo le procedure previste dalla l.r. n.13/2000 ( ) (Umbria); atti amministrativi e programmatici della Giunta regionale (Campania).
Il Piemonte ha sottolineato che la regione opera con deliberazioni consiliari proposte dalla Giunta per i programmi e fondi strutturali e con deliberazioni della Giunta per l’attuazione dei regolamenti comunitari o di orientamento (es. agricoltura). Per quanto riguarda il regime di aiuti, la notifica dei provvedimenti normativi alla Commissione europea avviene nella fase conclusiva dell’esame in Commissione consiliare.
Per la Toscana spetta al Consiglio l’attuazione sia legislativa, che amministrativa delle norme comunitarie riguardanti materie di competenza regionale (l.r. n.37/1994); mentre per la Sicilia è attribuito al Presidente della regione il compito di convocare semestralmente una sessione della Giunta dedicata ai problemi comunitari per verificare, tra l’altro, la conformità della legislazione regionale alla normativa comunitaria e predisporre gli eventuali adeguamenti da proporre all’Assemblea regionale siciliana (l.r. n. 6/1997). La stessa regione ha aggiunto, inoltre, che all’interno della Assemblea stessa è stata istituita la “Commissione per l’esame delle questioni concernenti l’attività delle Comunità Europee” al fine di valutare, ex ante, la compatibilità dei disegni di legge rispetto alla normativa comunitaria. Nell’arco temporale considerato, questa Commissione ha espresso un parere sulla legge sugli appalti ( ).
La Basilicata, l’Emilia-Romagna, la Sardegna, la Toscana e la Valle d’Aosta hanno evidenziato che la regione partecipa e dà attuazione alle politiche comuni (politica agricola, ambientale, di ricerca e sviluppo tecnologico, dei trasporti, energetica) e ai programmi comunitari (Docup, POR, Complementi di programmazione, Programma di Sviluppo Rurale, PIC-Interreg, Urban, Equal e Leader). Da precisare che l’approvazione dei piani e programmi generali o settoriali cofinanziati spetta al Consiglio su iniziativa della Giunta. A tale proposito, la Sardegna ha sottolineato che, nonostante la citata l.r. n. 20/1998 preveda l’intervento del Consiglio sia nella fase preliminare, sia nella fase conclusiva della formazione di questi programmi, i tempi e le modalità di elaborazione delle relative proposte e di modifica in itinere delle stesse sono tali da rendere di fatto inoperante l’intervento consiliare. La stessa previsione legislativa dell’approvazione finale del Consiglio dei programmi definiti a seguito del negoziato tra esecutivo regionale e autorità comunitarie è ormai disattesa in quanto essa interverrebbe quale mera ratifica di atti approvati dalla Commissione UE e ormai non più suscettibili di modificazioni.
La Lombardia ha fornito importanti informazioni riguardanti il quesito posto, evidenziando, in particolare, che, attraverso la sessione comunitaria della Conferenza dei Presidenti delle regioni (31/10/2002 a Palermo), si è discusso un documento sulla partecipazione delle regioni alla formazione degli atti normativi comunitari, nonché all’attuazione ed esecuzione degli atti dell’Unione europea. Inoltre, è stata posta all’ordine del giorno l’opportunità di prevedere una legge regionale comunitaria, anche alla luce della recente modifica del titolo V della Costituzione. Ancora secondo la Lombardia l’attuazione a livello regionale delle norme comunitarie avviene anche attraverso il DPFR in quanto il Programma Integrato di Sviluppo Locale, sulla base degli indirizzi ivi contenuti, assicura l’integrazione tra programmazione comunitaria, nazionale, regionale e territoriale, garantendo un certo sviluppo locale.

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)


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