Dall’esame dei dati, è emerso che la maggior parte delle regioni ha risposto senza particolari problemi a questa domanda, con le uniche eccezioni rappresentate dall’Abruzzo, dalla Basilicata e dalla provincia autonoma di Trento. Queste regioni, però, a differenza di poche altre che non hanno risposto al quesito hanno spiegato il motivo della loro difficoltà a rispondere in modo esaustivo Infatti, la prima regione ha precisato che, nel periodo di riferimento, non c’è stato alcun provvedimento di notifica preventiva alla Commissione europea (art. 88 del Trattato CE); mentre la Basilicata ha riscontrato una certa difficoltà nell’indicare il numero dei provvedimenti notificati ed i relativi esiti. Quest'ultima ha, tuttavia, osservato che, in generale, le notifiche non dovrebbero essere state numerose in quanto i regimi di aiuto sembrerebbero prevalentemente contenuti nei limiti del de minimis. Da precisare che proprio nel 2002 (l.r. n. 4/2002), la Basilicata ha ridisciplinato il de minimis nell’ambito dei regimi regionali di aiuto. La provincia autonoma di Trento ha specificato che le notifiche alla Commissione europea sono state effettuate, ma che i dati sono in possesso della Giunta e non del Consiglio.
Per quanto riguarda le altre regioni, il dato quantitativo relativo alle notifiche, così come la loro tipologia hanno fatto riscontrare una certa differenza tra le stesse. La Lombardia e le Marche e, in parte, l’Emilia-Romagna, hanno fornito indicazioni molto dettagliate, specificando il numero, il titolo, l’atto regionale, la data di notifica e lo stato della procedura. Al contrario, la maggior parte (Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, provincia autonoma di Bolzano, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto) ha dato informazioni più generiche. La Sicilia non ha fornito alcuna indicazione di dettaglio, precisando che, nel periodo di riferimento, sono stati trasmessi tutti i provvedimenti amministrativi connessi all’attuazione della l.r. n.32/2000 (normativa quadro in materia di aiuti di Stato erogati dalla regione). L’esito è stato prevalentemente positivo in quanto gli aiuti concessi ai sensi della suddetta legge sono, per la maggior parte, cofinanziati con fondi comunitari e sono stati autorizzati unitamente all’approvazione del complemento di programmazione regionale.
Dall’analisi dei dati, è emerso che, nel periodo di riferimento della ricerca, i provvedimenti notificati sono stati circa 67 ( ), di cui ben 23 suddivisi tra Sardegna (13) e Lombardia (10). Le altre regioni ne hanno notificato un numero inferiore: Umbria (7); Friuli-Venezia Giulia e Molise (6); Emilia-Romagna (5); Piemonte (4); provincia di Bolzano (3); Toscana, Valle d’Aosta e Veneto (2); Calabria e Liguria (1). Per quanto riguarda il Veneto si deve precisare che si tratta di atti notificati dal Consiglio sulla base di una nuova procedura adottata nel 2002 (in precedenza gli atti erano tutti notificati dalla Giunta regionale) ( ). Non vi sono, invece, notizie su quelli notificati dalla Giunta con atti di attuazione delle leggi o con autonomi atti amministrativi.
Per quanto riguarda la tipologia dei provvedimenti, si è riscontrata una netta prevalenza delle delibere della Giunta regionale (27), seguite dai disegni, proposte e progetti di legge (14) e dai provvedimenti legislativi (13).
Il dato geografico fa emergere che circa la metà dei provvedimenti è stata notificata dalle regioni del nord (33 su 67); mentre la restante parte si può suddividere, quasi equamente, tra centro (20) e sud (14) (tabella 1).
Relativamente all’esito della notifica, è da precisare che l’analisi non si riferisce al totale dei provvedimenti in quanto alcune regioni hanno fornito informazioni dettagliate sui provvedimenti stessi, ma per alcuni di essi non hanno indicato gli esiti. Un esempio fra tutti, la Sardegna che ha evidenziato di aver notificato 13 provvedimenti, ma non ha fornito informazioni sullo stato della notifica per 10 di essi. Comunque, dall’elaborazione dei dati risulta che nessun provvedimento abbia ottenuto esito negativo da parte della Commissione europea, mentre una ridottissima parte degli stessi è stata ritirata. Si tratta di soli 5 provvedimenti che, per differenti motivazioni, la Lombardia, le Marche e il Piemonte hanno, appunto, deciso di ritirare. Escludendo questi ultimi, si riscontra una quasi perfetta parità tra i provvedimenti ancora in corso di esame (25) e quelli che hanno avuto esito positivo (27). Da evidenziare che questa suddivisione rispecchia la situazione delle regioni del nord, ma non certo quella delle regioni del centro e del sud. Infatti, dei 33 provvedimenti notificati dalle regioni del nord, la metà è ancora in corso di esame da parte della Commissione europea (16); mentre l’altra metà ha già avuto esito positivo (15). Al contrario, la maggioranza dei provvedimenti notificati dalle regioni del sud è ancora in fase di esame (8 su 10); mentre la parte più rilevante dei provvedimenti delle regioni del centro ha avuto esito positivo (10 su 14) (tabella 2).
Confrontando i provvedimenti con i principali settori d’attività, emerge che su un totale di 46 provvedimenti indicati, la maggioranza preponderante di notifiche riguarda l’agricoltura e foreste (34). I rimanenti 12 provvedimenti sono relativi all’energia (4), al turismo (3), ai servizi (2), all’industria e artigianato (1), al commercio (1) e alle comunicazione e ai trasporti (1).
Dall’esame della tipologia dei provvedimenti rispetto ai settori di attività, si evince che i 34 provvedimenti riguardanti il settore primario sono rappresentativi di tutte le tipologie individuate, con particolare riferimento alle delibere della Giunta regionale (10 su 18 totali) e ai disegni, proposte e progetti di legge (9 su 12 totali). Le altre tipologie sono così rappresentate: provvedimenti legislativi (6 su 7 totali); provvedimenti di aiuti di Stato (3); regolamenti (2); delibera del Consiglio (1) e convenzione (1).
Tra i provvedimenti non inclusi nel settore primario, da evidenziare otto delibere di Giunta (3 energia, 2 turismo, 2 servizi e 1 commercio); un provvedimento legislativo (comunicazione e trasporti) e tre provvedimenti relativi all'industria e artigianato, al turismo e al settore energetico rientranti nella tipologia relativa ai disegni, proposte e progetti di legge (tabella 3).
Dal confronto tra regioni e settori d’intervento, emerge che i 34 provvedimenti relativi all’agricoltura e foreste riguardano, tranne che la provincia autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta, tutte le altre regioni: Lombardia (7); Friuli-Venezia Giulia e Umbria (6); Piemonte (3); Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Veneto (2); Calabria e Liguria (1). Tra queste regioni, alcune (Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria) hanno indicato provvedimenti relativi esclusivamente a questo settore, mentre altre hanno fatto riferimento, oltre che all’agricoltura e foreste, anche all’industria, artigianato e commercio (Emilia-Romagna, Marche); al turismo (Lombardia); ai servizi (Emilia-Romagna, Marche) e all’energia (Lombardia, Marche, Piemonte). Il dato geografico, in questo caso, risente della parzialità delle informazioni soprattutto da parte delle regioni del sud. Tuttavia, dalle risposte del questionario si evince che dei 34 provvedimenti in agricoltura ben 22 appartengono alle regioni del nord e solo 11 a quelle del centro (11).
Le uniche regioni che non hanno fatto riferimento al settore primario, hanno invece indicato l’industria, artigianato e commercio e il turismo (Valle d’Aosta) e il settore della comunicazione e dei trasporti (provincia autonoma di Bolzano) (tabella 4).

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)

Menu

Contenuti