Nella valutazione dell’impatto che l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale ha prodotto sui procedimenti non legislativi del Consiglio sono confermate alcune costanti, già emerse nel precedente Rapporto.
Rilevante conseguenza dell’elezione diretta del Presidente della Giunta è il progressivo depotenziamento dell’attività dei Consigli regionali nella produzione normativa. In Emilia-Romagna è diminuito il numero di atti approvati dal Consiglio (sia di proposta della Giunta che di competenza consiliare) rispetto allo stesso periodo del precedente anno (249). In realtà, anche se nella prassi è abbandonata ogni incertezza interpretativa sull’attribuzione del potere regolamentare in capo alla Giunta, non sembra si possa evincere una totale sottrazione ai Consigli di tale potestà, esercitata nel periodo considerato in tre Regioni (Lombardia, Umbria e Valle d'Aosta). Se si conferma che la maggior parte dei regolamenti sono adottati in esecuzione e attuazione di leggi, in Umbria sono in costante aumento gli atti regolamentari di emanazione giuntale, che, in taluni casi, non costituiscono attuazione di leggi ma si configurano come regolamenti “indipendenti” (un caso di regolamento in materia non disciplinata da legge regionale è stato segnalato nelle Marche, mentre in Toscana e in Molise si sono attribuite a regolamenti materie prima disciplinate dalla legge).
Ai fini, inoltre, di una più netta distinzione tra funzioni esecutive di competenza della Giunta e funzioni legislative e di indirizzo del Consiglio, in Lombardia e Piemonte si conferma la tendenza ad una riduzione dell’attività “amministrativa”, anche di alta amministrazione delle Assemblee, riduzione che in Calabria è addirittura drastica. Se in Basilicata continuano ad essere applicate le previsioni statutarie che conferiscono al Consiglio regionale l’approvazione di piani e programmi, si registra una certa tendenza della Giunta regionale dell’Umbria ad attribuirsi nei disegni di legge accanto alla programmazione annuale anche quella pluriennale e in Puglia è stato sottratto al Consiglio il controllo sulle deliberazioni degli enti strumentali aventi ad oggetto “Statuti, regolamenti ed emissioni di prestiti obbligazionari”.
La novella del 1999 ha modificato la forma di governo rendendo non più obbligatoria l’approvazione del programma della Giunta da parte del Consiglio (Abruzzo), a volte sostituita con una mera comunicazione del Presidente neo-eletto all’Assemblea regionale avente ad oggetto gli indirizzi programmatici della Giunta senza approvazione di alcun documento conclusivo (Marche).
Nel corso dell’ultimo anno sono emerse ulteriori conseguenze istituzionali rilevanti sotto il profilo della forma di governo. In particolare, laddove la Giunta sia composta da membri non appartenenti al Consiglio, si è inserito l’obbligo per gli assessori di assistere alle sedute Consiliari e, su richiesta, alle sedute delle Commissioni, senza diritto di voto (nelle Marche); in Veneto la circostanza che tutti gli assessori siano esterni ha talora comportato un problema di informazione-comunicazione. Anche per colmare tale deficit informativo del Consiglio si è mantenuta la tendenza a prevedere che gli atti attuativi di leggi regionali siano adottati sentita la competente Commissione consiliare.
Come si è detto, la latente conflittualità che caratterizza i rapporti tra Giunta e Consiglio regionale un po’ ovunque, non sembra attribuibile al singolo contesto politico, ma piuttosto a un'impasse istituzionale. Se in Emilia-Romagna non si registrano variazioni quantitative per gli atti di indirizzo e di sindacato ispettivo (11 mozioni, 169 risoluzioni, 1421 interrogazioni e 87 interpellanze), si rileva, invece, un sostanziale incremento rispetto alle legislature precedenti, sia in valori assoluti che percentuali, in Lombardia degli atti di indirizzo (mozioni, ordini del giorno e risoluzioni), in Umbria di interrogazioni ed interpellanze nei confronti dell’esecutivo regionale. In Sardegna è stata discussa in Consiglio una mozione presentata dall’opposizione sulla sottrazione di importanti atti politici e amministrativi strategici per lo sviluppo dell’Isola, in cui si imputa al Presidente della Giunta di esprimere posizioni e di adottare iniziative in talune importanti materie senza il coinvolgimento del Consiglio. Anche in Sicilia è emerso in Consiglio un problema rispetto all’informazione e alla verifica sui poteri attribuiti al Presidente della Giunta e sugli atti adottati in qualità di commissario straordinario (per l’emergenza idrica in particolare).

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

4. NUOVE PROCEDURE NON LEGISLATIVE TRA GIUNTA E CONSIGLIO (Laura Ronchetti)


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