Nell'ambito del settore finanza e contabilità, il questionario inviato alle regioni ha avuto ad oggetto:
- il recepimento del decreto legislativo n. 76/2000 "Principi fondamentali e norme di coordinamento in materia di bilancio e di contabilità delle regioni, in attuazione dell'art. 1, comma 4, della l. 25 giugno 1999, n. 208";
- alcune caratteristiche della legge finanziaria utili ad identificare il ruolo attribuito a questo strumento dalle diverse regioni;
- la politica tributaria delle regioni.
Mentre i primi due temi erano già presenti nelle precedenti edizioni del Rapporto sulla legislazione, il terzo costituisce una innovazione, essendosi ritenuto che indicazioni sull’esercizio da parte delle regioni dei poteri ad esse attualmente riconosciuti in materia tributaria, possano contribuire a rendere più concreto il dibattito in corso sulle prospettive aperte dalla riforma dell’art. 119 della Costituzione.
Per quanto riguarda il recepimento del d.lgs. 76/2000 o, comunque, delle norme di contabilità vigenti per lo stato, risulta che tutte le regioni ad eccezione di due hanno ormai provveduto. Una conseguenza di ciò è che tutti i bilanci per il 2002 sono redatti per Unità previsionali di base, assegnate a specifici centri di responsabilità. Resta tuttavia da verificare se queste riforme abbiano effettivamente contribuito a migliorare la trasparenza dei bilanci e i controlli sulla gestione delle spese.
Circa le leggi finanziarie, l'indagine mette in evidenza che tutte le regioni adottano questo strumento al fine di garantire l'equilibrio del proprio bilancio. Come nelle precedenti rilevazioni, tuttavia, anche nel periodo preso in esame (giugno 2001-dicembre 2002), in diversi casi alla legge finanziaria vengono attribuite finalità più ampie, soprattutto quando esse contengono disposizioni che modificano l'organizzazione e le funzioni degli organi regionali, che modificano strumenti di intervento già esistenti o che ne introducono di nuovi. In questi casi la legge finanziaria diventa un punto di riferimento essenziale per comprendere le politiche di entrata e di spesa di una regione ma - come mettono in evidenza alcune delle risposte al questionario - possono anche rappresentare uno strumento a disposizione delle Giunte per adottare importanti riforme senza un adeguato dibattito presso i Consigli.
Di particolare interesse, infine, è l'analisi delle politiche tributarie delle regioni. Nel periodo preso in considerazione, quasi tutte le regioni che hanno risposto al questionario hanno modificato la disciplina dei tributi propri intervenendo sia su quelli "minori" - in qualche caso per abolirli - sia su quelli più importanti e visibili come le tasse automobilistiche, l'addizionale Irpef, l'Imposta regionale sulle attività produttive. E se è vero che in alcune regioni gli interventi sui tributi propri hanno avuto l'obiettivo di ridurre la pressione fiscale, è anche vero che in altre essi sono stati finalizzati ad ottenere sensibili incrementi di gettito. Anche per effetto dei maggiori poteri riconosciuti alle regioni in questo campo con le riforme attuate nel corso degli anni '90 e degli accordi con lo stato sulla copertura dei disavanzi in sanità, sembra, quindi, che la politica tributaria si avvii a divenire un settore di grande interesse per le regioni e nel quale esse sono fermamente intenzionate ad intervenire.

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione 2002

6. ALCUNI ASPETTI DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE IN MATERIA DI FINANZA E CONTABILITA' (Enrico Buglione)


Menu

Contenuti