Ampliare il margine di manovra delle Regioni

L’Assemblea delle Regioni d’Europa, riunita in Assemblea Generale Annuale a Vienna il 25 e 26 Novembre 2004,

alla luce dell’allargamento dell’Unione Europea, avvenuto l’1 Maggio 2004, e dell’adozione, da parte del Consiglio Europeo del 17 e 18 giugno 2004, del progetto di Trattato Costituzionale per l’Europa e, in particolare, prevedendone le implicazioni per le Regioni,

riconosce che, a causa della precarietà crescente dei bilanci pubblici in tempi di crescita economica moderata, i governi regionali affrontano difficoltà sempre maggiori nel reagire adeguatamente e nel continuare ad assicurare il necessario livello di servizi pubblici fondamentali;

riconosce la responsabilità, conferita dai cittadini al livello regionale, di definire e mettere a punto le politiche, in particolare nell’ambito dello sviluppo economico, dell’istruzione e della formazione professionale, degli alloggi, dei trasporti, della salute, dell’assistenza alla popolazione anziana o socialmente esclusa e della protezione dell’ambiente, in particolare per affrontare le sfide poste dal riscaldamento climatico globale, e insiste sulla necessità di mantenere tali responsabilità;

sottolinea che la fornitura di servizi di interesse generale da parte dei governi regionali deve consentire alle comunità regionali e locali di adeguare i concetti e le soluzioni alle esigenze e alle condizioni di vita di tutti i loro abitanti, nonché di assicurare l’inclusione di tutti i cittadini nel processo politico;

richiama le enormi potenzialità economiche, sociali e innovative delle Regioni: il benessere dell’Europa si basa sul suo modello sociale, che impone ai governi eletti di adoperarsi per raggiungere un equilibrio sociale tramite il partenariato e di assumersi la responsabilità dell’intera comunità. Esso poggia, in particolare, sull’abilità di tutti i cittadini di fare uso comune delle nostre molteplici tradizioni, culture, esperienze e conoscenze acquisite:

esprime il suo convincimento che la recente firma del progetto di Trattato Costituzionale per l’Europa costituisce un significativo progresso verso la creazione di un’Unione politica che sia più di un semplice mercato interno.
L’Assemblea Generale dell’Assemblea delle Regioni d’Europa risolve pertanto di

1. chiedere che la liberalizzazione del commercio internazionale sia impostata in modo equilibrato, tramite processi democratici che vedano la partecipazione di tutte le istituzioni interessate e includano le Regioni e tutte le parti in causa. Si dovrebbe tenere conto dei valori e degli standard riconosciuti dell’Unione Europea, quali i diritti della persona - in particolare i diritti dei lavoratori e dei minori - e gli standard sociali ed ambientali, poiché l’Assemblea delle Regioni d’Europa non condivide il principio della totale subordinazione alla logica globale della competizione non regolamentata e del libero commercio;

2. chiedere, appellandosi ai principi di solidarietà e di universalità, che le strategie per il rafforzamento della concorrenza e per la promozione della competitività, come quelle proposte nel quadro della Strategia di Lisbona, vadano sempre attuate in modo tale da evitare effetti seriamente pregiudizievoli e perniciosi per altre Regioni e popolazioni;

3. insistere sul rafforzamento delle facoltà di intervento delle Regioni nel campo dei servizi di interesse generale, ivi compresa la loro dimensione transfrontaliera e interregionale, che non dovrebbe essere riservata agli Stati membri come prerogativa della loro sovranità in materia di politica estera;

4. opporsi ad ogni armonizzazione orizzontale e avviata a livello centrale della legislazione dell’UE sui servizi di interesse generale, che copra i servizi di tutti i settori - a partire dalla salute e dalla politica sociale fino ai trasporti e all’istruzione - e applichi norme uniformi a situazioni regionali differenziate. Non esiste infatti una base giuridica per l’azione europea nel campo dei servizi di interesse generale, né nei Trattati attualmente in vigore, né nel Trattato Costituzionale appena firmato;

5. riaffermare che i governi e le pubbliche amministrazioni sono capaci di pensare e di agire secondo i principi dell’economia e dell’efficienza per operare razionalizzazioni e ridurre la spesa;

6. invitare il Consiglio Europeo e i governi nazionali ad infondere nuovo vigore al modello sociale europeo in occasione della revisione della Strategia di Lisbona che avverrà durante il Consiglio di Primavera del 2005, evitando in particolare di limitare il concetto di crescita economica al completamento di un mercato unico dei servizi, e valorizzando piuttosto l’unicità del modello sociale europeo e il modo in cui esso può contribuire alla crescita economica;

7. esortare l’Unione a sostenere gli sforzi profusi dalle Regioni per combattere l’esclusione sociale e la povertà e per incentivare il benessere nel loro territorio introducendo la promozione delle politiche sociali quale obiettivo prioritario degli strumenti finanziari dell’Unione, in special modo dei Fondi strutturali, del nuovo Strumento di preadesione e dello Strumento europeo di vicinato e partenariato. Tali forme di assistenza finanziaria dell’Unione Europea dovrebbero basarsi sul rispetto del diritto universale dei cittadini di accedere ai servizi sanitari e sociali;
8. chiedere che l’Unione promuova la protezione ambientale concentrando i propri sforzi sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e, in particolare, sostenendo le cooperazioni interregionali volte a creare e a gestire meccanismi di distribuzione decentralizzata dell’energia. Tali fonti di energia alternativa comprendono l’idrogeno, l’energia solare ed eolica e la biomassa, ma non sono ad essi limitati;

9. deplorare il fatto che alcuni Stati membri del Consiglio d’Europa si oppongono all’adozione di una Carta Europea dell’Autonomia Regionale con valore giuridicamente vincolante, conformemente alla Dichiarazione di Basilea sul Regionalismo dell’Assemblea delle Regioni d’Europa;
lamentare l’assenza di progressi nella revisione della Convenzione Quadro di Madrid sulla Cooperazione Regionale Transfrontaliera. In questo contesto, l’Assemblea delle Regioni d’Europa esorta tutti i governi nazionali a portare avanti il processo di decentralizzazione e a rispettare ed applicare il principi sanciti dalla Carta dell’Autonomia Locale del Consiglio d’Europa;

10. richiedere una più ampia valutazione della normativa europea in materia di concorrenza e aiuti di stato tramite un processo di consultazione aperto, che includa le Regioni;
mettere in questione la rigidità delle considerazioni di natura meramente economica che ispirano la formulazione di tale normativa;

11. salutare con favore la firma del progetto di Trattato Costituzionale per l’Europa, quale chiara espressione dei progressi che l’Europa sta compiendo verso la creazione di una vera Unione politica, che rispetti il principio di sussidiarietà e il ruolo cruciale delle Regioni nell’elaborazione delle politiche concrete;
impegnarsi ad esortare i propri membri a sostenere la ratifica della Costituzione, che a suo giudizio, migliora sensibilmente il quadro europeo per le Regioni;

12. compiacersi degli obiettivi e dei valori enunciati dal Trattato Costituzionale e dell’inclusione nel testo della Costituzione della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione;

13. esortare tutti gli attori politici a rispettare e a realizzare, tramite misure appropriate, gli obiettivi e i valori enunciati nella Costituzione;

14. impegnarsi ad incoraggiare lo sviluppo regionale democratico, non solo nei nuovi Stati membri dell’UE e nei Paesi candidati, ma anche negli altri Stati membri del Consiglio d’Europa.

L’Assemblea delle Regioni d’Europa dichiara che le risoluzioni allegate, relative a specifici settori politici, costituiscono parte integrante della presente dichiarazione finale.
Vienna, 26 Novembre 2004

Menu

Contenuti