2a Conferenza dell’ARE sull’avvenire della Politica Regionale
“Come gestire la futura politica regionale? Le proposte delle Regioni in favore della semplificazione, del decentramento e della creazione di nuovi partenariati”
Adottate all’unanimità

(Calabria, Italia, 5-6 giugno 2003)

RACCOMANDAZIONI FINALI

Noi, Presidenti e Ministri delle Regioni, membri dei parlamenti regionali e responsabili dei dicasteri, in rappresentanza di più di 45 Regioni europee, avvalendoci del contributo di esperti e autorità di livello europeo e nazionale, e nel ringraziare la Regione Calabria,

abbiamo adottato le seguenti raccomandazioni finali:

CONTESTO GENERALE

1. Consideriamo l’imminente allargamento dell’UE una svolta necessaria e decisiva nella storia del continente europeo, e ribadiamo il nostro impegno affinché tale politica sia coronata da successo.
2. Affermiamo che la nuova situazione non potrà che avere ripercussioni immediate e dirette non solo sulla politica economica europea, bensì anche sulla politica strutturale dell’UE, poiché in un’Europa allargata vi sarà un bisogno crescente di coesione economica, sociale e territoriale.
3. Siamo tuttavia convinti del fatto che l’esigenza di rivedere gli interventi strutturali dell’UE non sia dovuta solamente a tali circostanze, bensì anche all'eccessiva macchinosità dei meccanismi di gestione ed alle conseguenti difficoltà, per le Regioni, di beneficiare pienamente dei fondi strutturali nel contesto delle proprie politiche di sviluppo.
4. Affermiamo in particolare che:
a. poiché la fase di programmazione comprende anche il pagamento, il monitoraggio ed il controllo, nella maggior parte dei paesi dell’UE l’attuale sistema di gestione risulta estremamente complicato ed eccessivamente centralizzato;
b. per fare fronte a tali problemi, sono indispensabili sia una decentralizzazione efficace delle procedure, sia una nuova definizione dei programmi e dei loro obiettivi. Questa nuova definizione richiede un cambiamento radicale di prospettiva, ossia un approccio dal basso verso l’alto, basato su progetti ideati dalle Regioni, nei quali siano coinvolti attori chiave, e che tengano conto delle esigenze territoriali, sociali ed economiche delle stesse.
5. Raccomandiamo che la revisione di questa politica sia basata sull’applicazione corretta dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.
6. Accogliamo con favore i progetti di disposizioni recentemente proposti nell’ambito della III parte del progetto di trattato costituzionale, riguardante la coesione economica, sociale e territoriale, poiché riteniamo che tali disposizioni possano contribuire al rafforzamento della coesione interna dell’Unione Europea.
7. Riteniamo tuttavia che il progetto di trattato costituzionale che la Convenzione andrà a proporre debba riconoscere in maniera esplicita l’importante ruolo svolto dalle Regioni in qualità di partner corresponsabili nel processo di progettazione e gestione della futura politica regionale e di coesione europea.
8. Ribadiamo il nostro sostegno alle conclusioni della 1a Conferenza dell’ARE sull’avvenire della politica regionale (svoltasi a Pécs, in Ungheria, nel novembre 2002), allegate alle presenti raccomandazioni.
9. Rimandiamo altresì ai documenti seguenti:
- la relazione sullo stato del dibattito e le proposte per il futuro presentata dalla Regione Calabria in occasione della presente conferenza,
- il progetto di rapporto di prospettiva del Comitato delle Regioni sulla “Semplificazione dei Fondi Strutturali” (prima lettura: 30 aprile 2003),
- le conclusioni del seminario organizzato dalla Commissione dell’UE su “La futura gestione dei fondi strutturali: Che tipo di divisione dei compiti?” (marzo 2003),
- i numerosi contributi delle Regioni membro dell’ARE nel corso della presente conferenza.

IL PROGETTO DI TRATTATO COSTITUZIONALE

10. Ringraziamo il presidente della Commissione C, Brian Greenslade, per aver sottoposto per conto dell’ARE al presidente della Convenzione europea, Valere Giscard d’Estaing, degli emendamenti notevoli, basati su precedenti dichiarazioni dell’ARE.
11. Dichiariamo il nostro appoggio per detti emendamenti, concernenti gli obiettivi e l’organizzazione della futura politica di coesione, e decidiamo di aggiungerli alle presenti raccomandazioni finali.

IL RUOLO DELLA COESIONE E DELLA POLITICA REGIONALE ALL’INTERNO DI UN’EUROPA ALLARGATA

12. Rimandiamo a tutte le dichiarazioni incluse nella succitata Risoluzione di Pécs, riguardanti i futuri obiettivi (1, 2 e 3), le risorse ed i criteri di ammissibilità della futura politica di coesione e delle iniziative comunitarie.
13. Affermiamo in particolare che:
a. La futura politica regionale e di coesione deve consentire a tutte le Regioni di trarre il massimo vantaggio dall'esistenza dell'UE, realizzando i grandi obiettivi politici europei di coesione economica, sociale e territoriale, di competitività e di crescita, nonché di sviluppo sostenibile ed equilibrato.
b. Una "rinazionalizzazione" dell’azione strutturale europea costituirebbe invece un regresso per l’intera politica dell’Unione, con effetti negativi per quel che riguarda l’aggravio delle disparità regionali.
c. Tale politica deve rimanere una politica europea di solidarietà, con l’obiettivo di aiutare le Regioni con problemi di natura strutturale e specifica (p.e. le regioni periferiche ed ultraperiferiche, le isole, e le regioni a bassissima densità di popolazione).
d. La futura politica di coesione dovrebbe, attraverso l’obiettivo 1, sostenere le Regioni che non saranno più ammissibili per un mero “effetto statistico”; dovrebbe inoltre prevedere un periodo di “arresto graduale” per quelle Regioni che, grazie ad uno sviluppo favorevole, hanno superato il limite posto dalla soglia del 75%, ma continuano comunque a soffrire di difficoltà strutturali.
e. Questa nuova politica, tuttavia, dovrebbe anche stimolare lo sviluppo di tutte le Regioni europee, ed aumentare la loro competitività a livello europeo ed internazionale; pertanto, questa politica deve comprendere un nuovo obiettivo 2 di competitività regionale, coesione e sviluppo sostenibile, per tutte le Regioni europee che non saranno più ammissibili all’obiettivo 1.
f. Questa politica dovrà inoltre tenere conto di tutte le esigenze specifiche e del potenziale racchiuso nei grandi centri e nei territori urbani; tale obiettivo potrà essere raggiunto per mezzo di un partenariato genuino fra il livello regionale e quello locale, e sulla base di un approccio globale ed integrato alla risoluzione dei problemi delle aree rurali e urbane.
g. Le Regioni con difficoltà dovrebbero continuare a beneficiare degli aiuti statali, senza che ciò provochi delle distorsioni alle regole della concorrenza, e senza incoraggiare logiche di natura assistenzialistica, invece che promuovere l’iniziativa privata e la competitività; gli aiuti statali non debbono in nessun caso essere visti come un’alternativa alla politica regionale europea.
h. I futuri fondi strutturali dovrebbero fornire un maggiore impulso allo sviluppo del partenariato pubblico-privato.
i. La futura politica regionale e di coesione dovrebbe inoltre promuovere maggiormente la cooperazione interregionale, transfrontaliera e transnazionale; la promozione della cooperazione interregionale dovrebbe figurare fra gli obiettivi principali della parte dedicata a questo punto nel nuovo trattato costituzionale.

LA GESTIONE DEI FONDI STRUTTURALI: PROBLEMI E SOLUZIONI

14. Affermiamo con insistenza che è necessario semplificare le procedure di utilizzo e ridefinire l’attuale modello di attuazione dei fondi strutturali.
15. Affermiamo che tale modello è inadeguato: da un lato, delega ai livelli inferiori di governo la fase di programmazione e di attuazione; dall’altro, mantiene nelle mani della Commissione il fondamentale potere di veto connesso alla gestione finanziaria degli interventi (ammissibilità delle spese).
16. Affermiamo che questa non-perfetta distinzione tra poteri decentrati e poteri “delegati” è causa di confusione e incertezza; in questo modo, il sistema è inevitabilmente lento, macchinoso ed inefficiente.
17. Raccomandiamo pertanto che la nuova politica regionale e di coesione adotti un genuino approccio dal basso verso l’alto, che tenga pienamente conto delle Regioni quali partner, sia degli Stati membri, sia dell’UE, e non solamente per quel che concerne la fase di programmazione, ma anche per l’allocazione e la gestione delle risorse, nonché per la valutazione degli interventi.
18. Affermiamo in particolare che il principio di sussidiarietà va applicato anche alle questioni di bilancio, affinché si crei una genuina corresponsabilità fra la Commissione dell’UE, gli Stati Membri e le Regioni in materia di revisione dei conti, gestione finanziaria, ammissibilità delle spese, nonché nel processo di definizione e gestione dei programmi.
19. Riteniamo che la piena applicazione di tale principio porterebbe ad un miglioramento della fase di verifica della coerenza fra programmi e progetti, nonché del controllo finanziario dei progetti stessi, in virtù di un assoluto rapporto fiduciario tra i diversi partner istituzionali e i diversi livelli di governo.
20. Siamo dell’avviso che questa nuova ripartizione delle responsabilità porterebbe ad un miglioramento del lavoro svolto dalla Commissione europea, che dovrebbe svolgere il ruolo di garante del cosiddetto "metodo comunitario" e dell’efficacia degli interventi, piuttosto che quello di "controllore" delle procedure di attuazione.
21. Ribadiamo in questo contesto che la proposta di creare dei contratti tripartiti fra l’UE, gli Stati membri e le Regioni potrebbe essere un passo nella giusta direzione, a condizione che tali contratti introducano un meccanismo di gestione che preveda una genuina corresponsabilità fra i diversi attori.
22. Rimandiamo in particolar modo alle proposte concrete riportate in proposito nella risoluzione di Pécs, menzionata più sopra, e ci rammarichiamo del fatto che non si sia compiuto alcun vero progresso, a livello europeo, per definire tale tipo di contratti ed il loro funzionamento.
23. Sottolineiamo inoltre la necessità di innovare le regole organizzative e gli accordi formali, al fine di evitare altri importanti problemi , quali ad esempio: un approccio contraddittorio fra la CE e gli Stati membri, cattive pratiche di programmazione, procedure di monitoraggio mal definite, vincoli finanziari incongruenti.


ALCUNI SUGGERIMENTI PRATICI, BASATI SULL’ESPERIENZA DELLE REGIONI

24. Raccomandiamo di tenere conto dei seguenti suggerimenti pratici quali possibili soluzioni dei problemi citati, che riportiamo nel modo in cui sono stati espressi durante la conferenza:
a. stabilire direttive, regole e linee guida di semplice interpretazione, in modo da evitare qualsiasi tipo di interpretazione successiva, ed al fine di facilitare l’esecuzione dei programmi;
b. migliorare il coordinamento fra i vari fondi strutturali, per armonizzare le pratiche amministrative dei fondi, e per giungere ad un unico fondo destinato ai programmi di carattere regionale;
c. trasferire la gestione dei programmi futuri alle Regioni, e di conseguenza trasferire i fondi direttamente alle Regioni, in modo da accelerare l’avvio ed il finanziamento dei progetti, e per incoraggiare l’adattamento dei programmi e delle priorità politiche al livello regionale;
d. di conseguenza, ottimizzare il lavoro dei comitati di sorveglianza, che si potranno concentrare maggiormente sul controllo dell’efficacia delle operazioni invece di occuparsi delle questioni regolamentari e tecniche;
e. rafforzare l’impatto degli incontri annuali fra la Commissione europea e gli Stati membri, coinvolgendo in maniera più attiva le Regioni nell’organizzazione di tali incontri, e concentrandosi in particolar modo sulle questioni politiche e di principio, invece di limitarsi ai dettagli riguardanti l’attuazione dei programmi;
f. abbandonare la natura bipartita dei programmi, ossia la preparazione dei complementi di programmazione, in modo da alleggerire le procedure di gestione;
g. ridurre il numero di valutazioni e semplificarle in base ad indicatori standard specifici, concisi e semplici, che dovranno essere definiti dalle Regioni in base alla loro esperienza pratica nella gestione dei programmi,
h. migliorare le valutazioni ex-ante, che rappresentano la vera base per le decisioni dell’UE in materia di co-finanziamento degli interventi, tenendo maggiormente conto delle esperienze e dei risultati conseguiti durante il periodo di programmazione precedente; a tal fine è necessario alleggerire ed accelerare il processo di valutazione ex-post;
i. ridurre anche il numero di autorità di controllo e di relazioni finanziarie annuali, e trasferire i fondi in base alle informazioni, disponibili in tempo reale, contenute nei database, senza che siano necessarie relazioni ulteriori;
j. riformare la regola N 2 di “disimpegno automatico”, introducendo anche un periodo di disimpegno più lungo per gli interventi di tipo innovativo, al fine di evitare l’effetto di selezione al contrario provocato dall’attuale regola, che incentiva l’adozione di pratiche collaudate a basso tasso di innovatività e scoraggia l’attuazione di progetti pilota e di iniziative di avanguardia.

25. Per quanto concerne le procedure di controllo, sottolineiamo l’urgente bisogno di semplificarle, in modo da evitare ridondanze o addirittura dei “conflitti” nei requisiti di controllo.
26. Riteniamo che si possano compiere dei passi nella giusta direzione:
a. da un lato, introducendo dei controlli interni “in itinere”, svolti dalle autorità locali e regionali nel contesto della loro gestione quotidiana, che portino a delle misure di auto-correzione;
b. dall’altro, prevedendo dei controlli esterni “ex-post”, svolti da enti di controllo nazionali in cooperazione con la Corte dei conti dell’UE.

LA PREPARAZIONE DELLA FUTURA POLITICA REGIONALE E DI COESIONE ALL’INTERNO DI UN’EUROPA ALLARGATA AZIONI ULTERIORI DELL’ASSEMBLEA DELLE REGIONI D’EUROPA

27. Esprimiamo il nostro apprezzamento per la nuova edizione pluriennale del programma Centurio dell’ARE, che contribuirà alla preparazione ed all’attuazione concreta della futura politica regionale e di coesione all’interno di un’Europa allargata.

28. Riteniamo che questo progetto di carattere innovativo dovrebbe ricevere il pieno sostegno dell’UE, ed incoraggiamo il segretariato generale dell’ARE a richiedere un sussidio all’UE.

***

29. Ci impegnamo a lavorare affinché le presenti raccomandazioni finali vengano implementate nella maniera esposta nel presente documento, sia a livello regionale, sia a livello nazionale ed europeo.
30. Chiediamo all’Assemblea delle Regioni d’Europa di appoggiare le nostre raccomandazioni, per rappresentare i nostri interessi e le nostre aspettative in seno a tutti gli organi europei e nazionali pertinenti.


Allegati:
Risoluzione di Pécs
Emendamenti proposti dall’ARE per il progetto di Trattato costituzionale


Regioni firmatarie:

AÇORES
ALBA
ALSACE
ARGES
BARANYA
BEDFORDSHIRE
BERAT
BOTOSANI
BRUXELLES-CAPITALE
CALABRIA
CAMPANIA
CASTILLA Y LEON
CSONGRAD
COMUNIDAD VALENCIANA
DALARNA
DEVON
DOLJ
DORSET
FRIULI-VENEZIA GIULIA
GLOUCESTERSHIRE
HARGHITA
HEVES
ILE-DE-FRANCE
ISTRA
JÄMTLAND
JÖNKÖPING
KRALOVEHRADECKY
LAZIO
LIMBURG
MARAMURES
MEDIMURJE
PEST
PUGLIA
RÉUNION
RHÔNE-ALPES
SALÃJ
SATU MARE
SLASKIE
TELEMARK
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VALAIS
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