1) Le elette e gli eletti delle Regioni legislative d’Europa e le rappresentanti ed i rappresentanti delle altre realtà regionali europee riaffermano la propria volontà di convergenza e di unione nella diversità, consapevoli della necessità di salvaguardare gli ideali ed i principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto che costituiscono parte irrinunciabile dell’eredità comune dei popoli europei ed una condizione indispensabile al mantenimento della pace e della sicurezza;

2) Ribadiscono la necessità di valorizzare i principi comuni nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli d’Europa, a livello tanto nazionale quanto regionale e locale, ed affermano che, come ricordato nel Preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, questa diversità rappresenta una grande ricchezza che l’Unione deve preservare;

3) Sottolineano che la dimensione regionale rappresenta, per la dinamica istituzionale e per lo sviluppo economico, un adeguato livello di autorità nell’applicazione del principio di sussidiarietà e di prossimità: uno dei principi fondamentali del sistema di governo europeo, come ricordato dal Libro Bianco della Commissione europea sulla “Governance Europea”, che riconosce alle Regioni ed ai Comuni il ruolo di mediatori tra cittadino ed istituzioni comunitarie, e raccomanda una stretta cooperazione tra istituzioni europee, governi nazionali, amministrazioni regionali e locali;

4) Riconoscono che l’affermazione delle autonomie regionali deve avvenire nel rispetto delle istituzioni e delle legislazioni dei rispettivi Stati, della loro sovranità ed integrità territoriale, nonché nel rispetto delle prerogative dei poteri locali;

5) Auspicano l’estensione del processo di regionalizzazione, prendendo comunque atto delle profonde differenze esistenti tra le tradizioni giuridiche ed istituzionali dei diversi Paesi europei;

6) Affermano che le autorità regionali dotate di responsabilità proprie e di istituzioni decisionali democraticamente elette, sono le più adatte per avvicinare al cittadino i governi nazionali e le istituzioni europee, il che non solo rappresenta un obiettivo fondamentale del processo di Nizza, ma costituisce soprattutto una garanzia contro i fenomeni di estraniamento e di allontanamento dalla politica;

7) Ritengono che le istituzioni dell’Unione europea debbano tener conto del ruolo svolto dalle Regioni nel governo delle realtà locali, e che la Costituzione dell’Unione debba riconoscere il contributo che anche le Regioni portano al processo di elaborazione delle decisioni ed all’attuazione delle politiche dell’Unione;

8) Auspicano che l’Unione europea incoraggi quindi una maggiore partecipazione delle Regioni al processo decisionale europeo, ed in particolare che le Regioni vengano associate su base regolare al processo di preparazione degli atti legislativi e delle politiche comunitarie, e che il Parlamento europeo stabilisca con le Assemblee elettive regionali una cooperazione stabile, per il tramite della Commissione per la Politica regionale;

9) Chiedono agli Stati membri di rafforzare i meccanismi di partecipazione delle Regioni al processo decisionale europeo negli ambiti di loro interesse specifico, tenendo conto che l’articolo 203 del Trattato CE già consente ai rappresentanti dei governi regionali di partecipare alle delegazioni dei rispettivi Stati membri che attendono ai lavori del Consiglio dei ministri dell’Unione europea;

10) Auspicano che la prossima Conferenza intergovernativa dell’Unione europea affermi il diritto per le Regioni di adire la Corte di giustizia quando le loro prerogative siano direttamente violate da un atto comunitario, conformemente alla relativa normativa nazionale.

Firenze, lì 19 settembre 2003
Seguono firme di 197 Regioni per 23 Nazioni d’Europa.

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