I Presidenti delle Assemblee Legislative Regionali Europee, riuniti nell' Incontro di Oviedo, del 6 e 7 Ottobre del 1997, sulle Assemblee Legislative Regionali nell'Unione Europea.

1. Ritenendo che l' Unione Europea non debba essere un freno per il principio democratico, ma che, al contrario, debba contribuire al suo perfezionamento.

2. Ritenendo che per rafforzare il principio democratico, le regioni degli Stati membri che dispongono di Assemblee con capacitá legislativa devono partecipare maggiormente nel processo di integrazione europeo.Tanto a livello nazionale come a livello europeo si dovrebbero concedere loro diritti di intervento su questioni riguardanti l= integrazione europea.

3. Ritenendo inoltre che la partecipazione delle Regioni nelle quali le persone sono radicate e trovano la loro identità, contribuirà ad un maggiore avvicinamento del cittadino all= Unione".

4. Ritenendo che oltre che ai Governi Regionali dovrebbero essere concesse, anche, ai Parlamenti Regionali possibilità di partecipazione; come istituzioni particolarmente vicine al cittadino spetta a loro un importante ruolo di mediazione fra i cittadini e l= Unione Europea.

5. Ritenendo che l'ambito regionale non debba rimanere sconnesso dai livelli europeo e nazionale, poichè un suo adeguato grado di connessione è invece imprescindibile per l'autentica realizzazione del principio democratico in seno all' Unione.

6. Ritenendo che una adeguata configurazione dei rapporti fra questi tre scenari sia fondamentale per una migliore articolazione del principio di sussidiarietà, sul quale dovrà essere basata la distribuzione delle competenze all'interno dell' Unione.


7. Convinti inoltre che i rapporti di cooperazione fra le istituzioni parlamentari favoriscano la comprensione fra i popoli ed il rafforzamento della democrazia attraverso il reciproco scambio del bagaglio delle proprie esperienze.

8. Convinti anche del fatto che le istituzioni parlamentari regionali possano, per la loro prossimità ai cittadini, apportare preziosi contributi al patrimonio di amicizia che si deve promuovere all'interno dell'Unione.

9. Credendo inoltre che l'azione europea dei Governi trovi nell'intervento delle istituzioni parlamentari un rafforzamento di leggittimità che, come manifestazione diretta del principio democratico, tali istituzioni rappresentano.

10. Credendo anche che l'intervento parlamentare sia la manifestazione di una volontà di cooperazione con i Governi orientata al più profondo conseguimento delle ineludibili esigenze del principio democratico.

11. Considerando come punto di riferimento la Carta Comunitaria della Regionalizzazione approvata per Risoluzione del Parlamento Europeo il 18 novembre del 1988, il cui articolo 25 dichiara che "le regioni parteciperanno alla formazione della posizione degli Stati nelle istanze Comunitarie all'interno dell'ambito delle loro competenze o quando i temi da trattare coinvolgano direttamente i loro interessi" garantendo gli Stati alle Regioni "meccanismi di informazione celere ed esaustiva riguardo i progetti comunitari" come pure "meccanismi di concertazione settoriale agili ed efficaci.

12. Considerando allo stesso modo come punto di riferimento la Dichiarazione dell'Assemblea delle Regioni d'Europa (A.R.E) fatta a Basilea il 4 dicembre del 1996, il cui articolo 12.10 prescrive che "dovranno essere stabiliti dei meccanismi di contatto tra il Parlamento Europeo ed i Parlamenti Regionali, in quanto istituzioni che rappresentano direttamente la volontà popolare dei cittadini".

13. Considerando inoltre che i partecipanti ratificano le rivendicazioni delle "Tesi di Stoccarda, riguardanti il ruolo nella politica Europea delle Assemblee e Parlamenti Regionali", approvate il 6 Maggio del 1997 nella sede del Landtag di Baden-Württemberg, il cui primo punto sostiene che Ai Parlamenti Regionali devono collaborare alla elaborazione della politica europea in modo decisivo".


14. Considerando anche la dichiarazione della Germania, dell= Austria e del Belgio sulla sussidiarietà inclusa nel Trattato di Amsterdam, del 2 ottobre del 1997 secondo cui Aper i governi tedesco, austriaco e belga, è evidente che l= azione della comunità con il principio di sussidiarietà, non solo tocca gli Stati membri, ma anche le loro entità nella misura in cui queste dispongono di un potere legislativo proprio che conferisce loro il diritto costituzionale nazionale@. Avendo fiducia in che a questa dichiarazione si associno tutti gli Stati che posseggono entità territoriali con poteri legislativi propri costituzionalmente riconosciuti.

15. Considerando che le proposte contenute in questo Documento cercano di approfondire i principi di democrazia e di partecipazione in seno all= Unione e che si possono ottenere senza creare nuovi organi né complicare il processo decisionale dell=Unione.

Considerano positivo convergere su questi

OBIETTIVI

Primo. É conveniente rafforzare all'interno di ogni regione i meccanismi parlamentari per seguire e valutare le questioni europee, sia nella fase ascendente di formazione della volontà dello Stato, sia in quella discendente della messa in atto delle politiche comunitarie. A tal scopo e al fine di rendere possibile il controllo dell= attuazione europea dei rispettivi esecutivi, dovrebbe essere imprescindibile mettere a disposizione dei Parlamenti Regionali un servizio che permetta loro seguire assiduamente tutte quelle questioni che possono toccare le loro competenze. I Governi Regionali dovrebbero informare periodicamente i Parlamenti Regionali, soprattutto riguardo questioni della U.E. di interesse regionale, consultarli e tenere in considerazione i loro voti, nella trattazione di questioni dell= Unione Europea nelle istituzioni a livello nazionale ed europeo, ed inoltre rendere conto a riguardo.

Secondo. Nella pratica attuale di molti Parlamenti Regionali ha dato buon risultato assegnare alle rispettive Commissioni Parlamentari Settoriali i compiti di controllo e di valutazione delle azioni settoriali dei Governi Regionali con implicazione europea, cosa che potrebbe essere un modello per altri Parlamenti Regionali.

Terzo. Sarebbe comunque opportuno valutare l'opportunità di completare il quadro delle Commissioni Parlamentari Settoriali con una Commissione per le Questioni Europee di dimensione specificatamente istituzionale o intersettoriale, ed avente la facoltà di esprimere un parere, non vincolante, durante i lavori affidati alle Commissioni Parlamentari Settoriali.

Quarto. Converrebbe promuovere la formazione di canali per lo scambio di informazioni fra le Commissioni Settoriali e le Commissioni per le Questioni Europee delle varie Assemblee Legislative Regionali Europee, così come pure tra queste e le Commissioni dei Parlamenti Nazionali e del Parlamento Europeo.

Quinto. Si dovrebbe prendere in considerazione la creazione di una rete informatica, aperta a tutte le istituzioni coinvolte, che permettesse la consultazione immediata dei dati e dei lavori di ogni Camera riguardo la questione della quale si stia trattando.

Sesto. Si fomenteranno gli incontri istituzionali diretti. Rappresentanti di ogni Camera Regionale potrebbero assistere alle sessioni, celebrate dalle altre Camere, riguardanti le questioni europee qualora fossero di interesse comune. Questa possibilità dovrebbe includere anche l'assistenza alle sessioni del rispettivo Parlamento Nazionale e del Parlamento Europeo, i cui membri potrebbero essere invitati a loro volta ad assistere alle sessioni delle Camere Regionali riguardanti questioni di dimensione europea che possano interessar loro in particolar modo.Si considera favorevolmente la possibilità di istituzionalizzare la celebrazione di una Conferenza Parlamenti Regionali - Parlamenti Europeo.

Settimo. Sarebbero utili soggiorni di interscambio di funzionari al servizio delle rispettive Assemblee, col fine di contribuire al confronto di esperienze volte ad alimentare la formazione di una base comune di parlamentarismo regionale europeo.

Ottavo. Si potrebbe riflettere sulla funzionalità di creare, all' interno dell'Amministrazione di ciascuna Assemblea, un Ufficio per le Questioni Europee, che fornisca consulenza ai parlamentari ed al personale qualificato al servizio della Camera. Quest' Ufficio si occuperebbe degli interscambi di informazione, riguardante le questioni europee, con il resto delle Camere e potrebbe inoltre mantenere stretti rapporti di collaborazione con gli Uffici Regionali a Bruxelles.

Nono. Senza mettere a repentaglio la possibilitá di mantenere contatti bilaterali, si valuta favorevolmente la possibilità che le Commissioni delle Questioni Europee delle Assemblee Legislative Regionali fossero rappresentate nella Conferenza di Organi Specializzati in Questioni Comunitarie (COSAC). Se ciò non fosse possibile, si potrebbe creare un COSAC di livello regionale.

Decimo. Si considera inoltre positivamente la creazione della Conferenza di Presidenti di Assemblee Legislative Regionali Europee. La Conferenza potrebbe pubblicare l' Annuario "Parlamenti Regionali Europei", come strumento di espressione e di diffusione del parlamentarismo regionale nell' Unione Europea. La Conferenza si celebrerà annualmente. La sua prossima riunione potrebbe essere organizzata da un Comitato scelto durante questo Incontro e che in gennaio/febbraio del prossimo anno si occuperebbe della scelta del luogo, data di realizzazione e temi da trattare.

Undicesimo. I Parlamenti Regionali si impegneranno per continuare il rafforzamento della posizione del Comitato delle Regioni, nel quale i Parlamenti Regionali devono essere rapresentati in modo adeguato.

Dodicesimo. Questo Documento dovrebbe pervenire ai Presidenti dei Parlamenti Nazionali, al Presidente del Parlamento Europeo, al Presidente della Commissione Europea, al Presidente del Comitato delle Regioni, al Presidente del Consiglio d' Europa, al Presidente del Congresso di poteri locali e regionali d' Europa, al Presidente della Camera delle Regioni del Consiglio d' Europa, al Presidente dell' Assemblea delle Regioni d' Europa e a quante altre Istituzioni fossero interessate ai contenuti di questa Dichiarazione.

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