I Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, in relazione al dibattito in corso sulla Finanziaria, ribadiscono il loro giudizio e manifestano una preoccupazione crescente per l’impatto che la manovra avrà sui bilanci regionali che sarà insostenibile.

Le Regioni con riferimento alla globalità della manovra finanziaria per l’anno 2005, sottolineano la necessità di acquisire conoscenza immediata sulle modalità di copertura dell’annunciato taglio fiscale e sulle possibili ricadute sul “sistema Regioni”.

Le Regioni si riservano altresì di agire presso le opportune sedi istituzionali al fine di rendere note le proprie posizioni.

Le Regioni ribadiscono pertanto il loro giudizio preoccupato e non favorevole sul disegno di Legge Finanziaria 2005, pur riconoscendo lo sforzo fatto per il fabbisogno sanitario 2005. Vi sono infatti questioni strategiche, come l’inserimento degli investimenti nel patto di stabilità e il blocco dell’utilizzo dei mutui - sempre per gli investimenti - per i soggetti che non fanno parte delle Pubbliche Amministrazioni che debbono essere affrontate e risolte diversamente.

Queste questioni hanno un impatto negativo per tutte le Regioni ed in particolare per le Regioni del Sud in relazione al finanziamento dei Programmi regionali di sviluppo anche co-finanziati dall’Unione Europea.

Le Regioni risultano ulteriormente penalizzate per la riduzione del Fondo per le aree sottoutilizzate; e per l’incertezza degli strumenti e l’esiguità delle risorse destinate agli incentivi alle imprese.

Si aggiunga, inoltre, la non chiarezza in relazione all’aumento del 2% previsto dal disegno di legge finanziaria 2005, che per esempio per il Fondo sociale ed il Fondo per l’affitto non è di fatto assicurato.

Per l’insieme di queste ragioni, la manovra per le Regioni non è sostenibile.

Per la sanità rimangono problemi sostanziali irrinunciabili ancora irrisolti, a partire dal pieno finanziamento del fabbisogno 2005, che dovrebbe invece attestarsi intorno ai 90,1 miliardi di Euro e la soluzione del pieno finanziamento dei Lea, degli oneri contrattuali e dei disavanzi pregressi relativi agli IRCSS, alle aziende miste e ai policlinici universitari che per il 2004 vale circa 5,5 miliardi di euro.

Le Regioni sono pronte ad un confronto serrato con il Governo e disponibili a modificare il giudizio complessivo della manovra, a fronte di alcuni cambiamenti fondamentali ed in particolare.

1 Lo stralcio dalla Finanziaria del blocco degli investimenti per una discussione complessiva sulla manovra per lo sviluppo del Sistema Paese, prevista nell’apposito collegato alla Finanziaria, affrontando le questioni poste da tutte le Regioni, ivi compresa l’abrogazione dell’art. 3 della Finanziaria 2004. A questa discussione le Regioni vogliono contribuire in maniera significativa essendo fra gli attori fondamentali dello Sviluppo.

2 Il reperimento delle risorse per il finanziamento dei LEA 2004 e dei disavanzi pregressi IRCSS e aziende miste e il pieno finanziamento per il fabbisogno sanitario 2005.

3 L’adeguato finanziamento del Fondo sociale e del Fondo per l’affitto.

4 L’accoglimento degli emendamenti allegati al presente parere.

5 Per le Regioni a statuto speciale, si sottolinea che a fronte del nuovo impianto previsto nel disegno di legge, che sembra abbandonare il vigente sistema di negoziazione bilaterale in ordine al patto di stabilità, si ritiene necessario proporre gli emendamenti allegati, al fine di ricondurre l’iniziativa legislativa statale entro i corretti ambiti costituzionali.

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