DPEF 2008 – 2011
 
Premessa
Il Governo formula le misure di aggiustamento del disavanzo e di sviluppo sulla base di un quadro macroeconomico che per il 2007 stima un aumento del PIL dell’2,0% ed esprime l’obiettivo di agire su tre tracciati: sviluppo, risanamento ed equità, evidenziando una strategia di coinvolgimento delle regioni e del sistema delle autonomie attraverso l’implementazione dei Tavoli di concertazione territoriale per sviluppare la cooperazione interistituzionale e il coinvolgimento dei vari livelli di governo e il proseguimento dell’esperienza positiva fatta con il Patto salute per la definizione delle strategie settoriali.
 
A questi fini, tenuto conto che di fatto anche in occasione dell’elaborazione del DPEF le Regioni non hanno contribuito alla definizione delle linee del documento, è necessario avviare immediatamente un tavolo per la costruzione della prossima manovra finanziaria onde evitare un confronto tardivo su un testo già definito, restituendo alle Regioni il proprio ruolo istituzionale.
 
Ritengono che gli argomenti più urgenti su cui e’ necessario aprire immediatamente un dialogo, possano ricondursi a:
1.     Patto per la qualificazione e razionalizzazione della spesa;
2.     Patto per la casa, le Infrastrutture, i Trasporti;
3.     Patto fiscale;
4.     verifica del Patto salute;
5.     Impulso alle Politiche per il Mezzogiorno.
Quadro programmatico in sintesi
Si osserva che:
·        il PIL tendenziale e quello programmatico coincidono per il 2007 e 2008, per il 2009 il PIL tendenziale è superiore al programmatico di 0,1 mentre per il 2010 e 2011 il PIL programmatico è maggiore del tendenziale di 0,1 e risulta essere sempre sotto la media europea (2,5% per il 2008).
·        Il PIL nominale programmatico in valori assoluti è più basso del tendenziale nel 2009 e 2010.
·        L’azione di raccordo tra sviluppo e aggiustamento strutturale dei conti pubblici dovrebbe portare a un rapporto deficit/Pil stimato in 2,5 per il 2007 (2,2 per il 2008, 1,5 nel 2009, 0,7 nel 2010 e 0,1 nel 2011) rispetto a un tendenziale del 2,1 (2,1 nel 2008, dell’1,8 nel 2009 e 1,3 nel 2010 e 1,1 nel 2011).
·        E’ presente una riduzione della pressione fiscale dal 42,8% al 42,6% nel 2008.
L’indicazione programmatica delle principali componenti di entrata e di spesa sarà fornita dal Governo quando gli interventi saranno definiti in sede di legge finanziaria 2008 mentre il saldo netto da finanziare non sarà superiore a 24 mld per il 2008, 21,5 mld per il 2009 e 18 mld per il 2010.
Risanamento economico
Il Governo ritiene di non poter utilizzare tutto il miglioramento dei conti emerso nel 2007 a riduzione del disavanzo secondo le indicazione dell’UE, in quanto ciò implicherebbe una manovra di circa 10 miliardi. Viene confermato l’obiettivo di indebitamento netto del Programma di stabilità del dicembre 2006 pari al 2,2% del PIL. Si afferma di non ritenere necessaria una manovra correttiva per il 2008 ma nel contempo che le previsioni tendenziali non tengono conto delle risorse utili per far fronte a impegni presi ma non ancora inseriti nella legislazione vigente (spese inderogabili; impegni sottoscritti; prassi consolidate) che implicherebbero una manovra fra i 10 e i 20 miliardi.
Pur prevedendo uno sforzo considerevole per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica (pareggio di bilancio) nel corso del triennio, la riduzione prevista dell’indebitamento netto fra il 2007 e 2008 è solo dello 0,3% (mentre sale dello 0,7% fra il 2008 e 2009) a fronte di condizioni congiunturali più favorevoli rispetto al futuro.
La finanziaria 2008 dovrà riprogrammare la spesa con aumenti in alcuni settori da compensarsi con riduzioni in altri al fine di non aumentare la pressione fiscale mentre è prevista una manovra di circa l’1,4% del PIL negli anni 2009 – 2011.
Si osserva che dal Conto economico della PA 2006 – 2011 si evince che la partecipazione delle Amministrazioni locali alla riduzione della spesa pubblica è stata considerevole, a fronte di un aumento della spesa corrente dell’Amministrazione centrale.
 
2007/2006
amministrazione centrale
amministrazioni locali
redditi da lavoro dipendente
4,19
-3,07
consumi intermedi
13,91
 2,45
altre spese correnti
21,17
-2,88
 
Infatti ad una riduzione in termini assoluti delle spese previste per le Amministrazioni locali corrisponde una crescita anche in termini reali delle spese correnti per le Amministrazioni centrali.
 
È necessario quindi che eventuali riprogrammazioni della spesa avvengano solo nell’ambito delle risorse destinate alle Amministrazioni centrali.
Sarebbe impossibile per le Regioni sostenere ulteriori tagli che hanno peraltro permesso la costruzione di fondi gestiti dall’Amministrazione centrale su materie di competenza regionale come avvenuto nella scorsa legge finanziaria.
Il Governo richiede responsabilità alla Autonomie con la condivisione delle regole evolutive del debito pubblico pertanto è necessario che, nel caso di mancato utilizzo totale dell’extra gettito alla copertura del deficit, il suo impiego sia discusso in ambito interistituzionale fra i vari livelli di Governo (si richiama il ruolo della Cabina di Regia come richiesto dalle Regioni).
Finanza territoriale
Si pone l’accento sul binomio autonomia e responsabilità finanziaria, elemento fondante del federalismo fiscale.
L’avvio del processo sul Federalismo fiscale è iniziato con la prima bozza del disegno di legge delega sul Federalismo e con il ddl Codice delle Autonomie. È importante anticipare, anche in via amministrativa, i provvedimenti già possibili a legislazione vigente che sono nell’ottica di riconoscere maggiore autonomia e responsabilità alle Regioni.
Nel solco del federalismo, espressione dell’autonomia finanziaria è anche l’applicazione del patto di stabilità per saldi per il quale è previsto l’avvio per le Regioni, a conclusione della sperimentazione che le stesse faranno ai sensi dell’attuale finanziaria.
 
Si sottolinea favorevolmente il passaggio in cui si riconosce la necessità di completare l’attuazione del decentramento amministrativo dallo Stato agli enti territoriali e le motivazioni per cui l’iter non è ancora concluso fra cui anche l’inadeguatezza all’origine dei mezzi finanziari trasferiti o non ancora trasferiti e che da sei anni non hanno avuto alcuna rivalutazione.
I fondi aggiuntivi necessari dovranno essere recuperati da razionalizzazioni nel bilancio statale e la loro fiscalizzazione è subordinata all’accertata congruità delle risorse per la copertura dello svolgimento delle funzioni.
 
Si ritiene che la questione relativa al fenomeno dei “distacchi dei comuni” a favore delle Regioni a statuto speciale non sia risolvibile solo attraverso la costituzione di un fondo per disincentivare il fenomeno ma debba essere affrontato nel quadro generale più ampio del disegno del Federalismo fiscale dell’autonomia e responsabilità finanziaria.
Sistema sanitario nazionale
Fra il 2000 e 2006 la spesa sanitaria è cresciuta solo dell’1,2% sul PIL (in particolare per personale e beni e servizi). Si prevede la revisione dei LEA e dei ROD (Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) ad alto rischio di inappropriatezza, l’ammodernamento sistema attraverso:
-         adeguamento risorse disponibili per cofinanziamento investimenti edilizia sanitaria e innovazioni tecnologica;
-         riforme settore farmaceutico;
-         revisione ticket;
-         promozione assistenza odontoiatrica;
-         sanità penitenziaria nel SSN;
-         integrazione socio-sanitaria a partire da non autosufficienza incentivando assistenza domiciliare integrata.
Le linee di sviluppo rappresentate devono tener presente che l’Intesa fra Stato e Regioni prevede la definizione dei livelli essenziali di assistenza e il loro intero finanziamento da parte dello Stato; a partire dalla verifica del rispetto degli impegni assunti in sede di approvazione della Legge Finanziaria ’07 (2 mld di euro di maggiori risorse rispetto al finanziamento previsto).
Nel caso in corso d’anno siano riconosciute nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario Nazionale si deve provvedere immediatamente alla copertura dei nuovi LEA (Es. vaccino contro infezione da HPV).
La spesa sanitaria per il 2008 è prevista in 108,390 miliardi a fronte di un finanziamento programmato nel patto per la salute dello scorso ottobre di 99,082 miliardi.
 
Le Regioni chiedono di verificare l’Accordo sottoscritto lo scorso anno (che ha previsto in questa materia un concorso al risanamento della finanza pubblica delle stesse pari a 3 mld) con l’obiettivo di aggiornarne i contenuti:
a.     in relazione agli esiti dei tre tavoli istituiti sulla “Farmaceutica”, “Compartecipazioni alla spesa” e “livelli essenziali di assistenza (LEA)” anche in base alle dinamiche del PIL nominale effettivo;
b.    per quanto concerne le risorse da destinare per il tema della non autosufficienza.
Investimenti
L’80% della spesa in conto capitale della Pubblica amministrazione è decentrata (60% Amministrazioni locali e 20% Amministrazioni Regionali) con un elevata correlazione fra crescita PIL e investimenti e si ritiene indispensabile il coordinamento fra livelli di Governo per definire la gerarchia delle priorità di intervento, la valutazione dei progetti in base all’efficienza delle spese e ai tempi di realizzazione. Il sistema di azioni deve mirare alla riduzione del deficit qualitativo e quantitativo che caratterizza l’offerta infrastrutturale.
 
Tale considerazione implica di escludere dal patto di stabilità interno le spese per investimenti e le risorse dei Programmi Comunitari, superando così le criticità sottolineate nel DPEF.
 
Si prevede di migliorare la dotazione di capitale sfruttando una maggior crescita del PIL, riducendo la componente di spesa destinata alle politiche di incentivazione delle imprese, riqualificando i piani di investimento pubblico esistenti e riducendo i costi unitari, dando un nuovo ruolo al QSN.
 
Le percentuali che emergono dalle tabelle del conto consolidato delle Pubbliche amministrazioni evidenziano forti carenze nella spesa di investimento.
 
2008/2007
amministrazione centrale
amministrazioni locali
investimenti fissi lordi
-5,52
4,62
altre spese di investimento
-15,03
3,03
 
Per il supporto finanziario alle politiche di investimento infrastrutturale si può, pertanto, considerare il meccanismo di finanziamento previsto per le infrastrutture portuali dalla Legge 296/06 (Art. 1, comma 990).
Mezzogiorno
Il PIL e’ tornato a crescere con forte rafforzamento nel primo trimestre per superare il 2,0% nel 2008. Per il raggiungimento di alti tassi di sviluppo sarà necessario migliorare la capacità di intervento anche delle Regioni e EELL, per questo motivo è stata condivisa con le Regioni la scelta di stabilire obiettivi misurabili e verificabili per i servizi essenziali per il benessere e le prospettive delle comunità per la gestione delle risorse del Quadro Strategico Nazionale (2007-2013) che consisterà in 124 mld di cui 100 mld al Mezzogiorno; in termini di risorse aggiuntive ai sensi dell’art. 119 V comma della Costituzione.
Sono previsti, nel periodo 2007-2011, una quota di spesa in conto capitale fino al 41,4% nel 2010-2011 agevolazioni fiscali per le piccole imprese nelle Zone Franche Urbane.
Si tratta pertanto di:
·        far partire il credito d’imposta per il Mezzogiorno;
·        rafforzare le politiche per il Mezzogiorno derivanti dalla politica unitaria per lo sviluppo del Quadro Strategico Nazionale, per quanto attiene al Fondo Aree Sottoutilizzate, in riferimento al quale va data maggiore certezza;
·        implementare le risorse per le Zone Franche Urbane, estendendone l’ambito di applicazione e accelerare le relative procedure di impostazione metodologica e di negoziato.
Proposte di lavoro comune
Si ribadisce la necessità di costituire, in tempi brevissimi, la Commissione mista Regioni-Governo-Sistema delle Autonomie per il monitoraggio della finanza pubblica, più volte richiesta dalle Regioni, al fine:
a)     della formulazione di proposte razionali in tema di qualificazione e trasparenza delle decisioni di entrata e di spesa nella Pubblica Amministrazione;
b)    del coinvolgimento delle Regioni e delle altre autonomie territoriali nell’affrontare gli obiettivi strategici e come luogo di condivisione delle basi informative finanziarie e tributarie e anche supporto del riordino dell’ordinamento finanziario;
 
nonché di lavorare sui patti proposti, secondo i seguenti contenuti:
 
“Patto per la qualificazione e razionalizzazione della spesa” basato su :
·         Costruzione di un benchmark, per tutti i livelli istituzionali per favorire la riduzione della spesa di funzionamento a favore degli investimenti e dello sviluppo;
·         Programmazione di forme di promozione della tutela dell’ambiente, della valorizzazione delle politiche energetiche e dello sviluppo economico privilegiando il sostegno all’innovazione tecnologica.
 
“Patto per la Casa, le Infrastrutture e i Trasporti” al fine di:
·         Concludere i lavori del tavolo interistituzionale per il TPL di interesse regionale e locale in maniera di avere risorse e strumenti adeguati per il rilancio del settore;
·         Procedere al riequilibrio fra compiti trasferiti alle Regioni in materia di Trasporto Ferroviario e le relative risorse finanziarie, ivi comprese le tematiche della sicurezza;
·         Individuare forme di incentivazione per le politiche sulla casa.
 
“Patto fiscale”, teso a:
·        Regolare le partite finanziarie aperte (es. attribuzioni immediate delle manovre fiscali regionali, etc.);
·        Verificare la congruità per la fiscalizzazione dei trasferimenti per il decentramento amministrativo;
·        Anticipare, in via amministrativa, i provvedimenti per l’avvio del federalismo fiscale, (ad es. l’individuazione di tutte le risorse nel bilancio dello Stato di competenza del sistema delle Autonomie; lo sblocco della cassa relativo al gettito dei tributi che devono essere attribuiti alle Regioni in tempi certi e definiti consentendo la possibilità di attivare meccanismi di anticipazioni, etc.);
·        Evitare la proliferazione di fondi settoriali;
·        Definire criteri per il Patto di stabilità rispettosi dell’autonomia delle Regioni, anche a Statuto speciale, ed escludere dalle spese rilevanti ai fini del Patto i finanziamenti comunitari;
 
e la necessità di una verifica dell’attuazione, dopo il primo anno, del Patto “Salute”.
 
 
 
Roma, 12 luglio 2007

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