La XVII Legislatura è stata inaugurata con la (inedita) rielezione in secondo mandato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nel Messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Parlamento nel giorno del giuramento si considera “imperdonabile” “il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario”; ribadisce “la necessità che al perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma dei canali di partecipazione democratica e dei partiti politici, e di riforma delle istituzioni rappresentative, dei rapporti tra Parlamento e governo, tra Stato e Regioni, si associ una forte attenzione per il rafforzamento e rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato”.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore – Letta - ha istituito con proprio decreto dell’11 giugno 2013 una Commissione per le riforme costituzionali (d’ora in avanti Commissione). Alla Commissione è stato assegnato il compito di formulare proposte di revisione della Parte Seconda della Costituzione, Titoli I, II, III e V, con riferimento alle materie della forma di Stato, della forma di Governo, dell’assetto bicamerale del Parlamento e delle norme connesse alle predette materie, nonché proposte di riforma della legislazione ordinaria conseguente, con particolare riferimento alla normativa elettorale.

Tale Commissione ha consegnato la Relazione al Presidente del Consiglio dei Ministri in data 17 settembre 2013. Il Governo Letta ha presentato un disegno di legge Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali, approvato nell’ottobre 2013.

In seguito alle dimissione del Presidente del Consiglio Letta, il Governo (Governo Renzi-I), ha presentato al Senato della Repubblica in data 8 aprile 2014 (Atto Senato n. 1429) l’Iniziativa Governativa di legge di revisione costituzionale “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione”, a firma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e della Ministra senza portafoglio per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi.

Entrambe le Camere hanno approvato definitivamente il testo in seconda deliberazione a maggioranza assoluta dei componenti.

  1. Testo a fronte tra gli articoli della Costituzione e le modifiche apportate dal Senato e dalla Camera
  2. Testo di legge costituzionale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n°88 del 15 aprile 2016 Testo a fronte con la Costituzione vigente   

Non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei membri di ciascuna Camera in seconda deliberazione, in base all’art. 138 della Costituzione, sono state presentate presso la Corte di Cassazione quattro distinte richieste di referendum da parlamentari (dai deputati Occhiuto ed altri il 19 aprile 2016; dai senatori Crimi ed altri il 20 aprile 2016; dai deputati Rosato ed altri il 20 aprile 2016; dai senatori Zanda ed altri il 3 maggio 2016) nonché una dal prescritto numero di elettori (14 luglio 2016).

L’Ufficio centrale per il referendum della Corte di cassazione, con due ordinanze (ordinanza del 6 maggio 2016  e ordinanza del 4 agosto 2016), ha dichiarato tali richieste conformi alle norme dell'art. 138 Cost. e della legge 25 maggio 1970, n. 352 e ha dichiarato la legittimità del seguente quesito referendario: «Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».

Il Presidente della Repubblica con Decreto del 27 settembre 2016 ha indetto il referendum popolare “confermativo” previsto dall'art. 138 della Costituzione per il 4 dicembre 2016.

I no all’approvazione della legge sono stati pari al 59,11% dei voti validi, mentre i al 40,89%.

La riforma Renzi Boschi è stata, dunque, respinta dal voto popolare

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