La costruzione europea ha comportato la creazione di un insieme di Stati che hanno stretti legami economici e che gestiscono assieme questioni di interesse comune. Tuttavia, il concetto d'integrazione dell'Unione europea può essere credibile soltanto se si manterrà tra questi Stati un'adeguata coesione economica e sociale.

A questo fine, le disposizioni del pacchetto Agenda 2000 relative alla politica strutturale si prefiggono una duplice sfida:

da un lato, migliorare l'efficacia degli strumenti della politica strutturale per conseguire l'obiettivo della coesione economica e sociale;
dall'altro, garantire la continuità della politica strutturale nel quadro dei futuri ampliamenti ai paesi dell'Europa centrale e orientale.
Sin dal 1957, il conseguimento di uno sviluppo armonioso è stato uno degli obiettivi della Comunità economica europea. Inizialmente il mercato comune doveva permettere di garantire lo sviluppo degli Stati membri e di colmare i divari esistenti tra alcune regioni in materia di sviluppo. Il trattato prevedeva la creazione di un Fondo sociale europeo (FSE), destinato a promuovere l'occupazione e a favorire la circolazione dei lavoratori sul territorio comunitario. A motivo di una forte crescita e di un modesto livello di disoccupazione negli anni '50 e '60, il ruolo di questo Fondo era all'epoca limitato.

La crisi economica del 1973 e le conseguenti ristrutturazioni hanno messo in luce differenze di sviluppo tra alcuni Stati membri. Queste disparità tra regioni sono aumentate soprattutto in seguito all'adesione del Regno Unito e dell'Irlanda e, successivamente, della Grecia, del Portogallo e della Spagna.

Da qui la necessità di creare una vera e propria politica strutturale, al fine di colmare il divario in materia di sviluppo e di livello di vita. Oltre all'azione del Fondo sociale europeo, nel corso degli anni sono stati istituiti altri Fondi detti "strutturali": il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG), per il finanziamento della politica agricola comune, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), i cui aiuti sono destinati segnatamente alle regioni che presentano ritardi nello sviluppo e, infine, lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP).

Oltre ai Fondi strutturali, dal 1993 opera anche il Fondo di coesione . Tale Fondo finanzia infrastrutture di trasporto e per l'ambiente negli Stati membri il cui prodotto interno lordo (PIL) pro capite è inferiore al 90% di quello dell'Unione (Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo).

Il concetto di coesione economica è stato introdotto con l'Atto unico europeo (1986) e, dal 1992, data di adozione del Trattato sull'Unione, esso costituisce uno dei tre pilastri della Comunità europea, alla stessa stregua del mercato unico e dell'Unione economica europea. Lo sforzo in materia di coesione costituisce ancora oggi la seconda voce di spesa nel bilancio dell'Unione dopo la politica agricola comune.

Grazie alle azioni strutturali e all'adozione di programmi macroeconomici nazionali intesi a soddisfare i criteri fissati dall'Unione economica e monetaria, da circa dieci anni, si registra una convergenza netta fra le economie degli Stati membri. I quattro paesi più poveri dell'Unione (Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda) hanno sperimentato un miglioramento della loro situazione economica e l'esempio più significativo è indubbiamente quello dell'Irlanda, dove il PIL pro capite è passato dal 64% della media comunitaria nel 1983 al 90% circa nel 1995. Questi risultati su scala nazionale non devono tuttavia far passare in secondo piano il persistere, anzi l'acuirsi, in certi casi, delle differenze tra alcune regioni dell'Unione per quanto riguarda il livello di vita.

Con la conferma degli elementi della politica strutturale vigente, la riforma del 1999 si prefigge di:

migliorare l'efficacia degli strumenti strutturali, rafforzando la concentrazione tramite un numero ridotto di obiettivi di politica strutturale e di iniziative comunitarie; migliorare poi la gestione con una ripartizione più chiara delle responsabilità fra i vari interessati (A);
mantenere il livello finanziario della coesione economica e sociale (B);
estendere lo sforzo di coesione regionale ai futuri Stati membri (C).
A) RAFFORZARE L'EFFICACIA DEGLI STRUMENTI DELLA POLITICA STRUTTURALE
a) I Fondi strutturali

La normativa relativa ai Fondi strutturali si fonda su un regolamento recante disposizioni generali relative ai Fondi strutturali , al quale si aggiungono regolamenti specifici per ciascun Fondo.

In linea di massima, la riforma del 1999 è caratterizzata da un approfondimento della concentrazione degli aiuti, ma anche dalla volontà di favorire la semplificazione e il decentramento della gestione. Inoltre, la riforma sancisce una ripartizione più chiara delle responsabilità e un'applicazione accresciuta del principio di sussidiarietà.

L'approfondimento della concentrazione si è tradotto in una riduzione del numero di obiettivi da 7 a 3 obiettivi prioritari:

L'obiettivo 1 mira a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo e il cui il PIL medio pro capite è inferiore al 75% della media dell'Unione europea. Questo nuovo obiettivo concerne anche le regioni ultraperiferiche (dipartimenti francesi d'oltremare, Azzorre, Madera e isole Canarie), nonché le zone dell'ex obiettivo 6 istituito in seguito all'atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia. Come in precedenza, i 2/3 delle azioni dei Fondi strutturali sono adottate in relazione all'obiettivo 1. Le misure adottate nel quadro di questo obiettivo dovrebbero interessare circa il 20% della popolazione totale dell'Unione;
L'obiettivo 2 contribuisce a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali diverse da quelle ammissibili al nuovo obiettivo, che raggruppa i precedenti obiettivi 2 e 5b, ed altre zone con problemi di diversificazione economica; in generale esso riguarda le zone in fase di trasformazione economica, le zone rurali in declino, le zone in crisi che dipendono dalla pesca e i quartieri urbani in difficoltà. Questo obiettivo può interessare al massimo il 18% della popolazione dell'Unione;
L'obiettivo 3 raggruppa tutte le azioni a favore dello sviluppo delle risorse umane al di fuori delle regioni interessate dall'obiettivo 1, integra i precedenti obiettivi 3 e 4 e fornisce un quadro di riferimento per tutte le misure adottate a norma del nuovo titolo sull'occupazione del Trattato di Amsterdam e della strategia europea per l'occupazione.
È stato istituito un regime transitorio per le regioni che erano ammissibili agli obiettivi 1, 2 o 5b tra il 1994 e il 1999 ma che non saranno più ammissibili agli obiettivi 1 e 2 tra il 2000 e il 2006.

Inoltre, i nuovi regolamenti prevedono una riduzione del numero di iniziative comunitarie da 13 a 4. Le nuove iniziative sono:

INTERREG, il cui obiettivo è di stimolare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale;
LEADER, che mira a promuovere lo sviluppo rurale attraverso iniziative di gruppi d'azione locali;
EQUAL, che prevede lo sviluppo di nuove pratiche di lotta contro le discriminazioni e le ineguaglianze di ogni genere nell'accesso al mercato del lavoro;
URBAN, che favorisce la rivitalizzazione economica e sociale delle città e delle periferie in crisi.
Questa definizione degli obiettivi e delle iniziative comunitarie, prevede una missione specifica per ciascuno dei quattro Fondi strutturali.

Il FESR si prefigge di ridurre gli squilibri tra le regioni della Comunità e concede aiuti finanziari per lo sviluppo delle regioni svantaggiate. A tal fine interviene nel quadro dei nuovi obiettivi 1 e 2 e per le iniziative INTERREG e URBAN. In termini di risorse finanziarie, il FESR è di gran lunga il Fondo strutturale più importante.

L' FSE è il principale strumento della politica sociale comunitaria: sovvenziona azioni a favore della formazione, della riconversione professionale e della creazione di posti di lavoro. Particolare attenzione è riservata al miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e al reinserimento professionale dei disoccupati. Il Fondo interviene per i tre obiettivi, ma riguarda in via prioritaria il nuovo obiettivo 3. Inoltre finanzia l'iniziativa EQUAL. Il nuovo regolamento attribuisce maggiore importanza al ruolo del FSE nel contesto della politica sociale comunitaria rendendolo partecipe delle azioni intraprese in virtù della strategia europea per l'occupazione e delle linee direttrici per le politiche dell'occupazione.

La riforma del 1999 conferma il duplice nesso dello SFOP con la politica di sviluppo regionale e la politica comune della pesca. Le azioni strutturali a favore del settore della pesca sembrano un segmento della politica comune della pesca, se non addirittura uno strumento a servizio di una politica settoriale.

Il FEAOG è costituito da due sezioni:

la sezione "Garanzia" si prefigge principalmente di finanziare spese derivanti dalla politica comune dei mercati e dei prezzi agricoli, le azioni di sviluppo rurale che accompagnano il sostegno dei mercati e le misure rurali al di fuori delle regioni dell'obiettivo 1, spese di alcune misure veterinarie nonché azioni informative sulla PAC;
la sezione "Orientamento" finanzia altre spese di sviluppo rurale che non sono sovvenzionate dal FEAOG "Garanzia", compresa l'iniziativa LEADER.
La nuova normativa razionalizza e semplifica la politica di sviluppo rurale relativamente a:

misure di sviluppo rurale ammissibili (misure di accompagnamento quali misure agro ambientali, sostegno ai produttori in caso di prepensionamento e misure di ammodernamento e di diversificazione delle imprese agricole come gli investimenti nelle aziende stesse, l'insediamento dei giovani agricoltori, l'aiuto complementare a favore della silvicoltura, ecc.);
programmazione delle azioni connesse agli obiettivi 1 e 2 e dei nuovi programmi di sviluppo rurale;
fonti di finanziamento a carico del FEAOG, sezione orientamento o garanzia, a seconda del contesto regionale in cui rientra la misura.
b) Il Fondo di coesione

Nel quadro della riforma della politica strutturale comunitaria, questo Fondo viene mantenuto e riguarda sempre l'ambiente e le infrastrutture di trasporto. Tuttavia sono previste alcune modifiche per semplificarne il funzionamento e rafforzare il ruolo degli Stati membri in materia di controllo finanziario.

Lievi modifiche riguardano il rispetto dei criteri macro economici ai fini del finanziamento da parte del Fondo di coesione. D'ora in poi il mancato rispetto del criterio relativo al disavanzo pubblico non comporta la sospensione dei finanziamenti, come avveniva in precedenza.

Inoltre, le nuove disposizioni sul finanziamento dei progetti incoraggiano il ricorso, a titolo complementare, ai finanziamenti privati nonché una migliore applicazione del principio "chi inquina paga".

È prevista una revisione intermedia (nel 2003) in funzione del criterio del 90% del PNL. Nel caso in cui uno Stato membro non soddisfi le condizioni di ammissibilità, le risorse destinate al Fondo di coesione saranno diminuite di conseguenza.

B) PROSEGUIMENTO DELLO SFORZO FINANZIARIO A FAVORE DELLA COESIONE ECONOMICA E SOCIALE
Essendo confermata la necessità di uno sforzo in materia di coesione economica e sociale in quanto obiettivo prioritario dell'Unione, l' Accordo interistituzionale del 6 maggio 1999 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione, sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio sulle prospettive finanziarie del 2000-2006 prevede il mantenimento dello sforzo finanziario a favore della coesione economica e sociale a livello dello 0,46% del PNL dell'UE per il periodo 2000-2006 (come per il periodo 1993-1999).

Il livello globale della dotazione dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione ammonta a 213 miliardi di Euro in base alla seguente ripartizione annua:

(in milioni di Euro - prezzi 1999)
Anni 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Azioni strutturali 32 045 31 455 30 865 30 285 29 595 29 595 29 170
Fondi strutturali 29 430 28 840 28 250 27 670 27 080 27 080 26 660
Fondo di coesione 2 615 2 615 2 615 2 615 2 515 2 515 2 510


Dotazione dei Fondi strutturali
Per i Fondi strutturali, compreso il sostegno transitorio, le iniziative comunitarie e le azioni innovatrici, la dotazione ammonta a 195 miliardi di Euro.

La ripartizione fra i tre obiettivi è la seguente:

69,7% della dotazione globale per l'obiettivo 1, ossia 135,9 miliardi di Euro;
11,5% della dotazione globale per l'obiettivo 2, ossia 22,5 miliardi di Euro;
12,3% della dotazione globale per l'obiettivo 3, ossia 24,05 miliardi di Euro;
0,5% della dotazione globale per lo SFOP al di fuori dell'obiettivo 1, ossia 1,1 miliardi di Euro.
Il saldo è destinato alle iniziative comunitarie (5,35%) e alle azioni innovatrici nonché alle misure di assistenza tecnica (0,65%).

Dotazione del Fondo di coesione
Il livello globale delle risorse disponibili per impegni previsti dal Fondo di coesione ammonta a 18 miliardi di Euro per il periodo 2000-2006.

C) L'ESTENSIONE DELLA POLITICA STRUTTURALE AI FUTURI STATI MEMBRI
L' allargamento dell'Unione a più stati dell'Europa centrale e orientale (PECO) e a Cipro porrà problemi molto importanti in materia di coesione economica e sociale a motivo del considerevole ritardo di sviluppo delle regioni di questi paesi rispetto ai quindici Stati membri attuali. Infatti l'allargamento accrescerà l'eterogeneità dell'Unione con conseguenti problemi di adattamento settoriale e regionale e richiederà una preparazione adeguata.

Per garantire un'applicazione efficace della politica strutturale nel quadro dell'allargamento, si devono soddisfare diverse condizioni. Per il successo dell'operazione, i paesi candidati devono disporre di tempo per adattarsi al funzionamento delle azioni strutturali. È quindi necessario rafforzare la strategia di preadesione in modo che, a partire dal 2000, sia possibile erogare un aiuto di preadesione.

A questo scopo si farà ricorso a più strumenti, primo fra tutti il programma Phare , volto ad aiutare i paesi dell'Europa centrale e orientale, che è stato recentemente oggetto di un riorientamento e che dispone oramai di 10,92 miliardi di euro per l'aiuto di preadesione tra il 2000 e il 2006. L' ISPA (strumento per le politiche strutturali di preadesione) finanzia dei progetti nei settori dell'ambiente e dei trasporti e dispone di 7,28 miliardi di euro. SAPARD , un altro strumento finanziario per l'agricoltura, dispone di 3,64 miliardi di euro.

Dopo l'adesione, i programmi dei Fondi strutturali e i progetti del Fondo di coesione sostituiranno l'aiuto di preadesione, tenuto conto della capacità di assorbimento dei singoli paesi.

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Per ulteriori informazioni sull'Agenda 2000 e la riforma della politica strutturale:

[ Agenda 2000 su EUROPA ]

[Sito della direzione generale responsabile della politica sociale] ( DE , EN , FR )

[ Sito della direzione generale responsabile dell'agricoltura ]

[ Sito della direzione generale responsabile della politica regionale ]


Ultima modifica: 22.10.2001


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