Adottata dalla VI Conferenza dei Presidenti delle Regioni con Poteri Legislativi
21 – 22 novembre 2005
 
Su invito del Presidente della Baviera, i Presidenti e i loro rappresentanti delle Regioni Åland, Andalucia, Aragón, Asturias, Baden-Württemberg, Bayern, Bruxelles-Capitale, Burgenland, Cantabria, Catalunya, Deutschsprachige Gemeinschaft, Emilia-Romagna, Euskadi, Extremadura, Galicia, Kärnten, Lazio, Lombardia, Madeira, Marche, Niederösterreich, Nordrhein-Westfalen, Oberösterreich, Piemonte, Rheinland-Pfalz, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Salzburg, Scotland, Sicilia, Thüringen, Tirol, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valencia, Valle d´Aosta, Veneto, Vlaanderen, Vorarlberg, Wales, Wallonie, Wien, tutte Regioni con Poteri Legislativi dell’Unione Europea, si sono incontrati a Monaco il 21 e 22 novembre 2005 per la loro VI Conferenza annuale.
 
Settantatre regioni all’interno dell’Unione Europea hanno governi e parlamenti con poteri legislativi direttamente eletti. Complessivamente, queste regioni con poteri legislativi rappresentano circa metà della popolazione totale dell’UE. Esse sono responsabili della trasposizione e dell’implementazione della legislazione e delle politiche dell’UE, ed in molti casi costituiscono l’unico livello di governo dotato di tale responsabilità, in uno Stato membro. Alcune regioni con poteri legislativi partecipano ai lavori del Consiglio dei Ministri dell’UE all’interno delle delegazioni del loro Stato Membro. Alcune di esse sostengono una parte dei contributi finanziari versati dagli Stati membri all’Unione Europea.
 
Poiché le regioni con poteri legislativi sono spesso più vicine ai cittadini del loro territorio e a tutti coloro che sono toccati dalle politiche europee, rispetto ai governi nazionali e alle istituzioni europee, esse hanno una particolare legittimità nel dar voce alle istanze sulle politiche UE. Allo stesso tempo esse possono aiutare ad avvicinare l’Unione Europea ai suoi cittadini, impegnandosi nel dibattito sull’Europa.
 
I Presidenti
 
  • Prendono atto del rifiuto del Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa nei referendum in Francia e Paesi Bassi. Fanno riferimento alla decisione del Consiglio Europeo del giugno 2005 di avviare un periodo di riflessione per organizzare ampi dibattiti sul Trattato Costituzionale e sul futuro dell’Europa. I Presidenti hanno sempre sostenuto e sostengono ora il Trattato Costituzionale, che include importanti misure che risulterebbero benefiche non solo per le regioni con poteri legislativi, ma anche ai popoli d’Europa nel loro insieme. Il Trattato Costituzionale costituirebbe un importante passo in avanti per le regioni con poteri legislativi attraverso un più ampio riconoscimento del Trattato ed il rafforzamento delle misure relative alla sussidiarietà, riconoscendo tra l’altro l’autogoverno regionale come parte delle strutture fondamentali dell’identità nazionale degli Stati Membri e introducendo sia una procedura di allarme preventivo (early warning) sulla sussidiarietà, sia il ricorso alla Corte Europea di Giustizia.
 
  • Sottolineano che il rifiuto del Trattato Costituzionale in Francia e Paesi Bassi ha portato l’Unione ad una situazione critica e ha messo in luce la distanza tra l’UE e i suoi cittadini. Questa situazione di criticità potrà essere superata soltanto attraverso reali cambiamenti sia nel modo in cui le decisione europee sono assunte, sia nel merito delle politiche. Le regioni con poteri legislativi possono dare un importante contributo per colmare il divario tra i cittadini e l’UE. Garantire la piena applicabilità del principio di sussidiarietà è uno dei modi per farlo.
 
  • Credono che un tempestivo coinvolgimento dei parlamenti nazionali e delle regioni con poteri legislativi, incluse le Assemblee Regionali, ove competenti, nel processo decisionale europeo, aiuterebbe a migliorare la qualità della legislazione comunitaria e aumenterebbe il consenso popolare alle politiche europee.
 
  • In questo contesto, auspicano una applicazione anticipata della procedura di allarme preventivo sulla sussidiarietà indipendentemente dall’entrata in vigore del Trattato Costituzionale. Inoltre, ogni volta che la Commissione Europea promuove una nuova proposta, dovrebbe chiaramente indicare il motivo per cui la reputa in linea col principio di sussidiarietà.
 
  • Accolgono favorevolmente l’introduzione da parte della Commissione Europea di un dialogo strutturato con le autorità locali e regionali, ma sottolineano che questo dialogo deve ancora essere tradotto in uno scambio reale e sostanziale. Più in generale, la Commissione dovrebbe consultare con maggiore sistematicità le regioni con poteri legislativi direttamente, e ove necessario individualmente, prima di proporre un nuovo atto legislativo.
 
  • Accolgono favorevolmente le iniziative della Commissione Europea così come quelle del Parlamento e del Consiglio per promuovere la better regulation (miglior regolamentazione), tra l’altro rafforzando la valutazione d’impatto della regolamentazione. Inoltre, accolgono favorevolmente le recenti decisioni della Commissione di analizzare e, se necessario, codificare, riformulare, modificare o in alcuni casi ritirare o abrogare la legislazione comunitaria proposta ed esistente. Ciò manda un chiaro segnale politico negli sforzi per facilitare le cose ai cittadini e gli operatori. . Offrono inoltre la competenza delle loro amministrazioni, quali soggetti che spesso implementano la legislazione comunitaria, per valutare l’impatto delle nuove politiche.
 
  • Convengono di invitare i membri del Comitato delle Regioni delle loro rispettive regioni a creare un gruppo interregionale secondo l’articolo 10 del Regolamento interno del CdR. Questo migliorerà la visibilità e il peso delle regioni con poteri legislativi all’interno del CdR, ferma restando la richiesta di riforma del CdR e di migliore rappresentanza delle regioni con poteri legislativi all’interno del sistema istituzionale comunitario e senza che la loro cooperazione al di fuori del CdR sia sostituita o venga meno.
 
  • Riconoscono l’importante ruolo che la Conferenza Europea delle Assemblee Legislative Regionali (CALRE) deve interpretare in questo nuovo contesto europeo e si impegnano a rafforzare la cooperazione con essa, includendola nel gruppo interregionale da costituirsi all’interno del Comitato delle Regioni.
 
  • Accolgono favorevolmente l’esistenza del gruppo di lavoro “Regioni con poteri legislativi” all’interno del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio d’Europa che rappresenta un importante contributo per rafforzare l’autonomia regionale.
 
Sull’attuale situazione politica dell’Unione Europea
 
I Presidenti accolgono favorevolmente la decisione del Consiglio Europeo del 16-17 giugno 2005 di portare il Trattato Costituzionale al Vertice del giugno 2006 e di prevedere fino ad allora un anno di riflessione durante il quale gli Stati Membri saranno liberi di continuare il processo di ratifica. Essi constatano che l’attuale crisi dell’Unione Europea riflette un disagio profondamente radicato tra molti cittadini riguardo lo sviluppo dell’UE. Di conseguenza, il periodo di riflessione deve essere utilizzato per iniziare un processo di riorientamento delle politiche europee e di maggior coinvolgimento nei processi decisionali per ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Unione Europea. Questo richiede in particolare quanto segue:
 
§       Ora più che in passato, la sussidiarietà dovrebbe diventare il principio-guida, sia per la allocazione delle competenze tra il livello europeo e gli Stati Membri, sia per indirizzare l’Unione Europea nell’utilizzo dei propri poteri. I poteri dell’Unione Europea dovrebbero essere limitati a ciò che non può essere adeguatamente conseguito a livello nazionale e regionale. Le competenze dell’Unione Europea devono essere chiaramente limitate rispetto alle competenze degli Stati Membri. L’armonizzazione, senza una reale necessità, dovrebbe essere evitata valutando le proposte legislative dell’Unione Europea meglio che in passato in termini di impatto sui cittadini, sulle attività economiche e sulla pubblica amministrazione.
 
§       La distanza tra l’Unione Europea e i suoi cittadini e la mancanza di supporto popolare devono essere affrontate con un maggior coinvolgimento dei parlamenti nazionali e delle regioni, incluse le assemblee regionali ove competenti, nel processo decisionale europeo. I cittadini a ragione si attendono che le nuove regolamentazioni comunitarie siano discusse pubblicamente prima di essere approvate, e che possano quindi ancora essere cambiate. Il tempestivo coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale comunitario deve essere perseguito attraverso il coinvolgimento dei parlamenti nazionali, così come quello delle regioni con poteri legislativi, nel processo legislativo europeo, nel modo più rapido e completo possibile. Questo migliorerà anche la qualità delle decisione europee, perché esse si baseranno su una riflessione più ampia.
 
§       I Presidenti evidenziano che le regioni con poteri legislativi hanno spesso un maggiore contatto diretto con i cittadini. Esse quindi giocano un ruolo fondamentale nel comunicare l’UE ai popoli dell’Europa. In questo contesto l’intenzione della Commissione Europea di sviluppare una strategia di comunicazione sull’UE che coinvolga anche altri attori, è accolta favorevolmente. I Presidenti offrono il loro supporto al miglioramento della comunicazione e del dialogo sull’ Europa con i cittadini delle loro regioni.
 
Nel porre in questo modo le basi per nuove politiche europee, la fiducia nel processo di integrazione europea può essere ristabilita. Un riorientamento credibile attraverso il coinvolgimento dei cittadini e la sussidiarietà contribuiranno a colmare la distanza che intercorre tra l’UE e i suoi cittadini. Inoltre, è importante spiegare il significato e le ambizioni dell’integrazione europea e coinvolgere i cittadini nel dibattito sul futuro dell’Europa.
 
Affermando il rispetto del principio di sussidiarietà
 
Poiché è necessario un maggiore rispetto per il principio di sussidiarietà, non da ultimo per accrescere il supporto dei cittadini europei ad un’ulteriore integrazione europea, è nell’interesse dell’Europa nel suo insieme applicare la procedura di allarme preventivo sulla sussidiarietà, indipendentemente dall’entrata in vigore del Trattato Costituzionale. I Presidenti quindi invitano la Commissione Europea ad applicare la procedura di allarme preventivo a titolo volontario. Questo rappresenterebbe un importante segnale per i cittadini sul fatto che misure opportune sono in corso di definizione per risolvere l’attuale crisi politica dell’UE.
 
Più in generale, per implementare il principio di sussidiarietà la Commissione dovrebbe, in linea di principio, consultare direttamente le regioni con poteri legislativi quando propone una nuova legislazione che riguarda le loro competenze. Quando presenta le sue proposte, essa dovrebbe fornire una valutazione dettagliata su come la proposta sia in linea con il principio di sussidiarietà.
 
Better regulation
 
I Presidenti sottolineano che le regioni con poteri legislativi sono direttamente coinvolte nella legislazione europea quando questa legislazione interferisce con i loro poteri. Inoltre le amministrazioni delle regioni con poteri legislativi spesso devono sopportare il carico finanziario e non, conseguente alle decisioni prese dall’UE, dato che in molti casi sono responsabili per la loro implementazione. Allo stesso tempo queste regioni sono in diretto contatto con i loro cittadini, così come con la realtà economica e le altre parti implicate dalla legislazione comunitaria. Inoltre, le loro amministrazioni dispongono della notevole esperienza necessaria a valutare l’impatto delle proposte. La loro partecipazione completa e fin dall’inizio al processo legislativo europeo è quindi non solo interesse delle regioni con poteri legislativi, ma anche nell’interesse di una buona governance di tutta l’UE nel suo insieme.
 
I Presidenti in questo contesto accolgono favorevolmente l’introduzione da parte della Commissione Europea di un dialogo strutturato con le autorità locali e regionali.
Ciononostante, sono ancora necessari dei provvedimenti per trasformare il dialogo strutturato in una reale piattaforma di scambio. I dialoghi settoriali pianificati o già attuati dalla Commissione sono un primo passo in questa direzione.
 
Inoltre, i Presidenti considerano che:
 
§       La legislazione e le politiche dovrebbero andare incontro alle istanze regionali e locali per ottenere la massima legittimazione. Anche qualora la legislazione comunitaria fosse necessaria, le autorità responsabili dell’applicazione dovrebbero avere la massima flessibilità nel tenere in considerazione le istanze regionali e locali. La Commissione dovrebbe quindi utilizzare il più possibile le legislazioni quadro, lasciando alle autorità nazionali, regionali e locali la scelta delle forme e dei metodi per ottenere i risultati desiderati. Le regioni e le autorità locali dovrebbero anche disporre della massima libertà per decidere come assicurare i servizi di interesse generale nel migliore dei modi.
 
§       Una valutazione di impatto sistematica dovrebbe diventare una parte obbligatoria della legislazione europea per limitare il peso della regolamentazione sull’economia, sui cittadini e sulle amministrazioni al minimo livello possibile. Il punto di partenza deve sempre consistere nel valutare se la nuova regolamentazione è necessaria e se l’obiettivo è raggiungibile attraverso altre misure meno restrittive. La valutazione dell’impatto della regolamentazione è strettamente legata alla valutazione della conformità al principio di sussidiarietà. Una legislazione semplice, proporzionata ed efficace è una precondizione necessaria per una maggiore crescita e occupazione in Europa.
 
§       Le iniziative della Commissione per migliorare le valutazioni di impatto sulle proposte dell’UE sono accolte favorevolmente, così come lo è il lavoro del Parlamento Europeo e del Consiglio in tale ambito. È nostro obiettivo che le regioni con potere legislativo possano partecipare pienamente alla valutazione di impatto e condividere la loro esperienza con la Commissione e gli altri attori. Solo in questo modo le nuove regolamentazioni possono essere applicate facilmente ed efficientemente.
 
§       La legislazione UE già esistente e le nuove leggi europee in corso di definizione dovrebbero essere analogamente riviste. Le corrispondenti iniziative della Commissione e del Consiglio sono quindi benvenute. Anche se il primo obiettivo è di alleviare il peso sull’economia e quindi contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione, l’opportunità dovrebbe anche essere usata per creare un positivo impatto sulle amministrazioni regionali e per supportare gli attuali sforzi messi in atto per una migliore regolamentazione. La semplificazione e, se necessario, la minore invasività della legislazione EU porterà dei benefici anche alla competitività economica.
 
 
Potenziamento della cooperazione col Comitato delle Regioni
 
I Presidenti credono che anche il Comitato delle Regioni (CdR) giochi un importante ruolo nel valutare la conformità delle proposte legislative al principio di sussidiarietà.
Essi invitano il CdR a stabilire delle procedure interne che permettano di rispondere concretamente alle proposte della Commissione. Essi offrono l’esperienza delle loro amministrazioni al CdR, nell’attesa di lavorare con il CdR. D’altro canto, il CdR dovrebbe riconoscere la fondamentale importanza delle regioni con poteri legislativi nella governance europea.
 
I Presidenti hanno concordato di invitare i membri del CdR delle rispettive regioni per creare un gruppo interregionale secondo l’articolo 10 del Regolamento interno del CdR. Questo potenzierà la visibilità delle regioni con poteri legislativi all’interno del CdR e in generale, e permetterà loro di contribuire concretamente all’analisi delle proposte legislative in termini di rispetto della sussidiarietà. Dopo 2 anni, le attività del gruppo interregionale saranno riviste. I Presidenti invitano la Conferenza Europea delle Assemblee Legislative Regionali (CALRE) a collaborare con il gruppo interregionale.
 
Allo stesso tempo i Presidenti sottolineano il loro impegno a perseguire i loro comuni obiettivi sulla riforma istituzionale nell’UE e a continuare la loro cooperazione per questo obiettivo anche al di fuori del CdR. Il gruppo interregionale sarà soltanto un complemento a tali sforzi.
 
***
 
I partecipanti alla VI Conferenza dei Presidenti delle Regioni con Poteri Legislativi (REGLEG) chiedono a tutte le regioni partner di sostenere queste conclusioni e raccomandazioni a livello regionale e a livello europeo. Essi richiedono alla Presidenza di trasmetterle anche alle Istituzioni europee.
 
Adottato a Monaco il 21-22 novembre 2005.

Menu

Contenuti