I dati sono relativi a quattordici regioni su venti (non offrono elementi di sintesi le regioni: Calabria, Friuli V.G., Puglia, Sardegna, Sicilia e Trentino A.A.).
Sul piano quantitativo si passa dal Piemonte, che nel periodo considerato ha trasmesso due soli atti, alla Lombardia che ha trasmesso venticinque progetti di legge, all’Emilia Romagna, che ne ha trasmessi alla rispettiva Conferenza ben ventotto.
Le esperienze della Toscana e della Valle d’Aosta si caratterizzano in quanto tutti i d.d.l. regionali vengono trasmessi ai rispettivi organismi rappresentativi degli enti locali.
Sotto il profilo “qualitativo” è possibile riscontrare una notevole varietà tipologica degli atti trasmessi. Ovviamente, la diversità degli atti oggetto d’esame delle Conferenze è in larga misura determinata dalla peculiare posizione che gli organismi di raccordo assumono nei rapporti Giunta-Consiglio di ciascuna realtà regionale. Come rilevato in precedenza, laddove le Conferenze risultino prevalentemente ancorate agli esecutivi regionali, anche la loro attività di raccordo, di concertazione o anche meramente consultiva, potrà risultare prevalentemente orientata all’attività di governo della Giunta. In ogni caso, in linea generale è possibile riscontrare un intervento delle Conferenze oltre che su atti tipici dei Governi regionali, quali in particolare quelli di programmazione e di pianificazione, anche su molti provvedimenti di competenza dei Consigli, a partire dalle leggi di bilancio e finanziarie, nonché a tutti i provvedimenti legislativi relativi al conferimento di funzioni amministrative e alla relativa distribuzione delle risorse presi in attuazione del D.Lgs. 112/1998.

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