Da una valutazione d’insieme degli elementi forniti, relativi anche in questo caso a quattordici regioni, è possibile affermare, in via di prima approssimazione che una forma ricorrente di intervento delle Conferenze è quella di pareri, scritti, obbligatori, i quali, come emerge dai dati, risultano nella maggior parte dei casi favorevoli.
Specificando ulteriormente l’analisi è possibile tuttavia cogliere qualche elemento di differenziazione, connesso con la stessa diversità di funzioni riconosciute agli organismi di raccordo nelle varie regioni: in Emilia, ad esempio, la Conferenza ha formulato prevalentemente pareri, ma si è espressa anche attraverso intese e atti di designazione; in Liguria tramite prese d’atto; in Umbria tramite interventi diretti in commissione; in Lombardia anche attraverso la funzione di proposta nei confronti del Consiglio.
Inoltre, non sempre si tratta di pareri scritti: in Basilicata sono previsti pareri orali nell’ambito di specifiche audizioni; né tantomeno “obbligatori”: in Toscana, ad esempio, il Consiglio delle autonomie locali formula anche osservazioni facoltative.
I pareri espressi sono in genere favorevoli nei confronti del provvedimento esaminato. Interessante il caso della Valle d’Aosta, dove il Consiglio permanente degli enti locali formula pareri entro trenta giorni dalla richiesta. Alla scadenza di tale termine senza che la Conferenza si sia pronunciata, scatta il principio del silenzio assenso per cui il parere si ritiene favorevole.
I pareri espressi sono stati, di regola, tutti accolti, anche se talvolta attraverso un accoglimento parziale. La Toscana evidenzia, comunque, che sui pareri espressi relativamente a 24 atti perfezionati, soltanto 6 sono stati accolti integralmente, 7 parzialmente e 11 non accolti. I pareri possono avere una incidenza diversa rispetto all’iter di formazione del provvedimento su cui si esprimono: in Basilicata contribuiscono alla definizione dell’atto, in Lombardia e Veneto sono fatti propri dalle commissioni consiliari e recepiti nei testi di legge. In Piemonte vi è una differenza a seconda che si tratti di atti di Giunta o del Consiglio: nel primo caso il parere assume la forma di un testo concertato, nel secondo caso confluisce nell’istruttoria.
La valutazione di sintesi che emerge dai dati forniti sull’attività consultiva della Conferenza sembra nel complesso positiva, secondo quanto rilevato dalle stesse strutture regionali: attraverso la formulazione di pareri, proposte e osservazioni si contribuisce a realizzare quella partecipazione dei governi locali ai processi decisionali regionali che maggiormente interessano il complesso mondo degli enti locali e, più in generale, i sistemi regionali delle autonomie.

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