6.2 La diffusione dello strumento della legge finanziaria
Alla legge finanziaria fanno ricorso tutte le regioni a statuto speciale e le due province autonome di Trento e Bolzano, come del resto già avveniva nel periodo di riferimento del precedente Rapporto. Tra le ordinarie, adottano questo strumento di programmazione tutte quelle del centro-nord, salvo la Toscana, essendosi aggiunte anche la Liguria e l'Umbria che, proprio nel 2001, hanno per la prima volta emanato una legge di questo tipo. Tra le ordinarie del sud, invece, la legge finanziaria risulta adottata in Abruzzo, Campania, Molise e Calabria ( )(cfr. colonna 1 della tab. 1).
In definitiva allo stadio attuale solo tre regioni non ricorrono allo strumento della legge finanziaria. Di queste:
la Puglia ha già previsto, nella bozza del nuovo statuto in corso di preparazione, che l'approvazione della legge finanziaria rientri tra le attribuzioni del Consiglio regionale. Inoltre lo schema di attuazione del d.d.l. di attuazione del D.Lgs. n.76 del 2000 - attualmente all'esame della Giunta regionale - introduce in modo stabile la legge finanziaria nell'ordinamento regionale;
la Basilicata afferma che è stato presentato un p.d.l di recepimento dei principi del D.Lgs. 76/2000 attualmente in discussione presso le commissioni consiliari competenti e che anche la Giunta regionale sta predisponendo un d.d.l sulla stessa materia, ma non specifica se in questi testi sia o meno prevista l'introduzione della legge finanziaria;
la Toscana, con la L.r. 11/8/99 n. 49 in materia di programmazione regionale, ha escluso il ricorso alla finanziaria e tale scelta risulta confermata nella proposta di legge già approvata dalla Giunta, di attuazione del D.Lgs. n. 76 del 2000. La regione ritiene infatti che le funzioni di questa legge possano essere svolte altrettanto bene dalla legge di bilancio e dalle leggi di spesa. La proposta di legge prevede, d'altra parte, che venga adottato il Documento di programmazione economica e finanziaria( ).
Infine va segnalato il caso del Piemonte che nel periodo qui considerato non ha adottato alcuna legge finanziaria, pur avendola introdotta nel proprio ordinamento (con la L.r. 7/2001).
In definitiva allo stadio attuale solo tre regioni non ricorrono allo strumento della legge finanziaria. Di queste:
la Puglia ha già previsto, nella bozza del nuovo statuto in corso di preparazione, che l'approvazione della legge finanziaria rientri tra le attribuzioni del Consiglio regionale. Inoltre lo schema di attuazione del d.d.l. di attuazione del D.Lgs. n.76 del 2000 - attualmente all'esame della Giunta regionale - introduce in modo stabile la legge finanziaria nell'ordinamento regionale;
la Basilicata afferma che è stato presentato un p.d.l di recepimento dei principi del D.Lgs. 76/2000 attualmente in discussione presso le commissioni consiliari competenti e che anche la Giunta regionale sta predisponendo un d.d.l sulla stessa materia, ma non specifica se in questi testi sia o meno prevista l'introduzione della legge finanziaria;
la Toscana, con la L.r. 11/8/99 n. 49 in materia di programmazione regionale, ha escluso il ricorso alla finanziaria e tale scelta risulta confermata nella proposta di legge già approvata dalla Giunta, di attuazione del D.Lgs. n. 76 del 2000. La regione ritiene infatti che le funzioni di questa legge possano essere svolte altrettanto bene dalla legge di bilancio e dalle leggi di spesa. La proposta di legge prevede, d'altra parte, che venga adottato il Documento di programmazione economica e finanziaria( ).
Infine va segnalato il caso del Piemonte che nel periodo qui considerato non ha adottato alcuna legge finanziaria, pur avendola introdotta nel proprio ordinamento (con la L.r. 7/2001).
