Venendo ora all’attività svolta dagli organismi di raccordo che hanno operato nel corso del 2004 e nei primi mesi del 2005 sino alla fine della legislatura, il dato che emerge dall’analisi dei questionari inviati dalle Regioni (con la sola eccezione di Trentino-Alto Adige, Puglia e Calabria) e dalle Province autonome di Trento e Bolzano è che la frequenza del coinvolgimento degli organismi di concertazione, tanto nei procedimenti legislativi quanto in quelli volti all’adozione di regolamenti e di atti amministrativi generali, presenta variazioni notevoli da Regione a Regione.
In ordine al coinvolgimento nell’iter legis regionale nel periodo preso in esame, solo la Toscana segnala un numero di procedimenti legislativi, che hanno visto la partecipazione del proprio organo di consultazione, superiore a 50 (39 nel 2004 e 13 nel 2005); sette Regioni – il gruppo più consistente – segnalano la partecipazione del proprio organo di concertazione ad un numero di procedimenti legislativi ricompreso tra 20 e 10 (Lombardia: 19 procedimenti legislativi nel 2004; Marche e Valle d’Aosta: entrambe 16 procedimenti nel 2004 e 2 nel 2005; Veneto: 16 interventi nel 2004; Piemonte e Friuli Venezia Giulia: entrambe 12 procedimenti nel 2004; Umbria: 10 interventi nel 2004; in particolare, in Veneto la Conferenza permanente Regione–autonomie locali ha espresso pareri su 12 progetti di legge di iniziativa consiliare e su 4 schemi di disegni di legge di iniziativa della Giunta, mentre in Piemonte il rapporto si inverte, con un coinvolgimento in 12 pdl e 4 ddl). Tre Regioni, infine, hanno segnalato un coinvolgimento del rispettivo organo di raccordo in meno di 10 procedimenti legislativi tra il 2004 e i primi mesi del 2005: si tratta dell’Emilia-Romagna, con 7 procedimenti nel 2004, della Basilicata, con 2 procedimenti nel 2004 ed 1 nel 2005, e della Liguria, con 1 procedimento nel 2004.
In ordine al coinvolgimento nell’approvazione di regolamenti o di atti amministrativi generali, anche su questo versante il primato spetta alla Toscana, che segnala una partecipazione del Consiglio delle autonomie locali a 40 procedimenti (29 nel 2004 ed 11 nei primi mesi del 2005), seguita da Emilia-Romagna e Piemonte, che segnalano entrambe la partecipazione dei propri organi di consultazione a 31 procedimenti (21 nel 2004 e 10 nel 2005); in particolare, il Consiglio delle autonomie locali della Toscana ha espresso 27 pareri su proposte di deliberazione (17 nel 2004 e 10 nel 2005), 12 pareri su proposte di regolamento (11 nel 2004 ed 1 nel 2005) ed 1 parere su proposte di risoluzione (nel 2004), mentre la Conferenza permanente Regione-autonomie locali del Piemonte ha espresso pareri su 26 dgr (16 nel 2004 e 10 nel 2005), e su 5 dpgr per regolamenti (nel 2004). Tre Regioni hanno segnalato il coinvolgimento del rispettivo organismo di raccordo ad un numero di procedimenti ricompreso tra 20 e 10 (Veneto: 14 nel 2004; Marche: 12 nel 2004; Friuli Venezia Giulia: 10 nel 2004); cinque Regioni, infine, hanno attestato il coinvolgimento dell’organo di concertazione a meno di 10 procedimenti (Umbria: 4 nel 2004; Basilicata: 3 nel 2004; Molise e Lombardia: 2 nel 2004; Valle d’Aosta: 1 nel 2005). Degna di nota appare la precisazione formulata nella scheda della Regione Lombardia, che ribadisce che la Conferenza regionale delle autonomie locali, oltre alle assegnazioni ufficiali (tra cui il coinvolgimento nell’iter di approvazione del DPEFR e della sua nota di aggiornamento), ha affrontato autonomamente l’esame anche di altri provvedimenti non assegnati formalmente, ma che disciplinavano tematiche di sicuro interesse per le autonomie locali.
Va ricordata anche l’attività del Consiglio dei comuni operante dal 2003 nella Provincia autonoma di Bolzano quale organo di consultazione tra la Provincia e i comuni del territorio Provinciale: tale organismo è stato coinvolto per ben 31 volte nel procedimento legislativo Provinciale nel corso del 2004, e 3 volte nel 2004 e 5 nel 2005 in procedimenti per l’approvazione di regolamenti e atti amministrativi generali.
Rimangono naturalmente attive le forme di consultazione non istituzionalizzata ed i tavoli di concertazione presso la Giunta (di cui danno conto, rispettivamente, le schede inviate dalla Provincia autonoma di Trento e dal Veneto).
In posizione arretrata rimane infine la Campania, che resta ancora priva di un organismo di concertazione con le autonomie subregionali, mantenendo come unico canale di raccordo la pratica delle audizioni in commissione di singoli enti locali e dell’Anci.

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione regionale 2004-2005

4. ORGANI E PROCEDURE DI CONSULTAZIONE DI ENTI LOCALI E FORZE SOCIALI  (Paolo Zuddas)


Menu

Contenuti