Dall’analisi dei dati, è emerso che la maggior parte delle Regioni e delle Province autonome ha risposto ai quesiti posti. In particolare, per quanto riguarda la domanda sugli atti regionali di disciplina del procedimento di attuazione delle politiche comunitarie (Legge La Pergola e Legge comunitaria regionale), circa la metà delle Regioni (Abruzzo, Lombardia, Piemonte e Provincia autonoma di Trento) ha evidenziato che non vi è alcun atto regionale; mentre altre (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Provincia autonoma di Bolzano, Sardegna e Toscana) hanno risposto, in modo approfondito, segnalando anche delle leggi regionali, riferite al periodo oggetto dell’indagine o anche ad anni precedenti.
Più rilevante è risultato, invece, il quesito relativo agli atti non legislativi del Consiglio regionale e, se conosciuti, della Giunta regionale, adottati in attuazione di politiche comunitarie, avendo le Regioni risposto, in misura significativa (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta), anche in termini di informazioni fornite. Alcune Regioni hanno, però, evidenziato che non vi è alcun atto non legislativo del Consiglio regionale, direttamente attuativo di politiche comunitarie (Lombardia e Sardegna).
Tra le Regioni che hanno risposto al quesito, le informazioni sono risultate diversificate. Infatti, alcune hanno indicato le delibere della Giunta regionale in modo esclusivo (Basilicata, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta) o prevalente (Lazio, Marche e Umbria); mentre altre hanno fornito informazioni sulle delibere del Consiglio regionale (Emilia-Romagna); sui regolamenti della Giunta regionale (Campania) e sulle risoluzioni e comunicazioni (Toscana). La Regione Abruzzo si è, invece, differenziata, avendo messo in evidenza l’attività svolta dalla Commissione “Speciale per le Politiche Europee, Internazionali e per i Programmi della Commissione europea”.
Per quanto riguarda le Sessioni comunitarie del Consiglio regionale o di sue Commissioni, molte Regioni hanno risposto al quesito, pur precisando che non si è tenuta alcuna seduta nel periodo oggetto dell’indagine. In particolare, l’Abruzzo ha messo in rilievo che non si sono tenute specifiche sessioni comunitarie da parte dell’Assemblea consiliare; la Lombardia e la Sardegna hanno specificato che non si sono tenute sessioni comunitarie del Consiglio o di sue Commissioni; la Provincia autonoma di Bolzano ha evidenziato che non sono previste e, comunque, non si sono tenute sessioni comunitarie. La Provincia autonoma di Trento ha, invece, evidenziato che l’ordinamento non prevede una sessione comunitaria, tuttavia ha segnalato alcune novità introdotte nel regolamento interno del Consiglio del 2004.
Dalle informazioni ricevute, si è riscontrato, invece, che alcune sessioni comunitarie si sono tenute in Basilicata, in Campania, nelle Marche, in Toscana e nel Veneto. Da precisare che, per qualche Regione, si è trattato solo di sedute del Consiglio regionale (Basilicata e Umbria) o di quelle delle Commissioni consiliari (Marche).
Le Regioni hanno, invece, dimostrato una qualche difficoltà nel rispondere alla domanda relativa alla notifica degli atti, da parte del Consiglio regionale, alla Commissione europea. Infatti, la maggior parte di esse (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) non ha risposto al quesito; mentre altre hanno evidenziato di non aver notificato alcun atto né nel 2004, né nel 2005 (Lombardia) o che la notifica è di competenza della Giunta (Molise, Sardegna). La Provincia autonoma di Bolzano ha precisato che il Consiglio non ha notificato atti alla Commissione europea e che, comunque, tale notifica è di competenza della Giunta provinciale. Gli atti notificati sono risultati solo 28 (21 nel 2004 e 7 nel 2005), rispetto ai 67 del 2002 e ai 43 del 2003. Tuttavia, a differenza del Rapporto 2003, nel quale le Regioni si erano differenziate sulla base delle informazioni (in alcuni casi, avevano indicato solo gli atti; mentre in altri, avevano specificato la tipologia, gli esiti e il settore di riferimento), in questo del 2004 e dei primi mesi del 2005, le Regioni (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana e Veneto) hanno fornito informazioni dettagliate, consentendo di esaminare la tipologia degli atti notificati, di verificare l’esito della notifica da parte della Commissione europea e di individuare i settori prevalenti, mediante l’elaborazione di dati più omogenei e completi. In particolare, dall’analisi è emerso che il maggior numero di atti notificati è rappresentato da provvedimenti legislativi (12), seguito dalle delibere della Giunta regionale (5), dai disegni, proposte e progetti di legge (2) e dalle delibere del Consiglio regionale (1). Da evidenziare che, invece, nel Rapporto 2003, gli atti maggiormente notificati erano costituiti dalle delibere della Giunta regionale.
Per quanto riguarda gli esiti della notifica, su 28 provvedimenti totali, 12 hanno avuto esito positivo, 8 sono ancora in corso di esame e 2 sono stati ritirati o sono in corso di ritiro. Da precisare che, nel totale, sono stati inclusi 6 provvedimenti (3 nel 2004 e 3 nel 2005), considerati però non attribuibili, in quanto alcune Regioni (Abruzzo, Marche e Veneto) non ne hanno specificato l’esito. Dal confronto con il 2003, è emerso che, nel Rapporto precedente, il numero dei provvedimenti (circa 43) era quasi equamente suddiviso tra quelli approvati (14) e quelli in corso di esame (17); mentre dai dati riferiti al 2004 e al 2005, risulta che la maggior parte dei provvedimenti abbia avuto esito positivo (12 su 28). Al contrario, il numero dei provvedimenti ritirati o in corso di ritiro è, in entrambi i Rapporti, piuttosto ridotto. Così come nel 2003, anche in questo Rapporto riferito al 2004 e ai primi mesi del 2005, il settore agricolo è quello maggiormente rappresentato, in termini di provvedimenti (14); mentre gli altri settori lo sono in misura più limitata (6 per l’Industria e artigianato, 2 per la Ricerca e Società dell’Informazione e 1 per i Trasporti). Da evidenziare, inoltre, che nel Rapporto 2003, erano rappresentati anche i settori Energia e Turismo; mentre in questo riferito al 2004 e inizio 2005, è stato incluso il settore Ricerca e Società dell’informazione. Infine, nel Rapporto 2003 era presente un’unica legge finanziaria regionale (Toscana); nel presente Rapporto ne sono state indicate tre (Toscana e Veneto).

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione regionale 2004-2005

7. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)


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