Le regioni partecipano alla fase ascendente, ma soprattutto a quella discendente del processo decisionale. Per quanto riguarda, in particolare, l’elaborazione delle norme comunitarie, i due principali organi regionali (Consiglio e Giunta) intervengono con forme e ruoli diversi.
Le regioni Liguria, Sardegna, Toscana e Veneto hanno emanato un’apposita legge regionale per disciplinare la partecipazione del Consiglio e della Giunta all’elaborazione della normativa comunitaria. A titolo di esempio, la legge n. 20/98 della regione Sardegna prevede all’art.7 che la Giunta regionale invii al Governo le osservazioni sui progetti degli atti normativi e di indirizzo di competenza degli organi dell’Unione europea. Un parere preventivo può essere espresso dal Consiglio regionale entro 30 giorni, sentite, se necessario, le autonomie locali e le categorie interessate.
La legge n.37/94 (modif. dalla L.r. 9/96) della regione Toscana dispone che venga riservato al Consiglio regionale il compito di esprimere pareri ed osservazioni su progetti di atti normativi comunitari e che la Giunta presenti una relazione al Consiglio. Quest’ultimo vota una risoluzione in ordine alla partecipazione della regione Toscana al processo di integrazione europea, con particolare riferimento all’intervento del Presidente della regione alla Conferenza Stato-Regioni, allo stato di attuazione dei programmi comunitari cofinanziati dall’Unione e al livello di adeguamento della legislazione regionale al diritto comunitario. La regione Veneto precisa, all’art.2 della legge n.30/96, che è attiva una struttura regionale che opera in collaborazione con la cabina di regia regionale con compiti di collegamento tra regione e istituti comunitari.
Le altre regioni non hanno disposizioni specifiche di disciplina della partecipazione del Consiglio regionale all’elaborazione delle norme comunitarie. La regione Veneto fa riferimento all’istituzione della Commissione speciale per i rapporti comunitari che ha compiti di studio, di coordinamento e di proposta relativamente alle iniziative e, soprattutto, all’attività di informazione sulle politiche comunitarie. Le province autonome di Trento e di Bolzano evidenziano che il Consiglio provinciale è informato sulla normativa comunitaria da un apposito ufficio di collegamento a Bruxelles composto da rappresentanti delle due province autonome e del Land Tirol austriaco. La provincia autonoma di Trento e la Sicilia specificano, inoltre, che i temi relativi alla legislazione comunitaria possono formare oggetto dell’attività consiliare di indirizzo e controllo politico, mediante l’approvazione di ordini del giorno volti ad impegnare il governo regionale e/o provinciale a rappresentare determinate esigenze in seno alla Conferenza Stato-regioni o direttamente dinanzi agli organi comunitari. Diverso e più importante il ruolo della Giunta regionale, la quale interviene nelle sedi nazionali e comunitarie competenti: Conferenza Stato-regioni, Comitato delle regioni, Rappresentanza italiana permanente presso l’Unione europea ecc...
Dalla Giunta dipende, inoltre, l’ufficio di rappresentanza di ciascuna regione a Bruxelles. Da aggiungere quanto precisato dalla regione Emilia-Romagna relativamente alla partecipazione della Giunta regionale nell’ambito dei gruppi tecnici costituiti presso il CNEL, insieme agli enti locali e alle forze economiche e sociali, al fine di costruire la posizione italiana nelle sedi comunitarie. La stessa regione evidenzia, inoltre, che la previsione dell’obbligo per il governo di trasmettere alle regioni i progetti di atti normativi e di indirizzo degli organi dell’Unione (previsto dalla legge comunitaria 422/2000) rappresenta una prima risposta alla richiesta espressa dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni, in un documento preparatorio della sessione comunitaria del 25 novembre 1999 di assicurare la partecipazione regionale al processo di formazione della normativa e delle politiche comunitarie.
La regione Marche precisa che il Consiglio non interviene, in alcun modo, nel procedimento di elaborazione delle norme comunitarie a differenza della Giunta che, invece, è molto presente. Infatti, nell’ambito degli strumenti che la vigente disciplina offre alle regioni per partecipare all’elaborazione delle norme, il Presidente della Giunta ricopre la carica di vicepresidente del Comitato delle regioni ed è, nell’ambito di detto Comitato, membro titolare della Commissione V^ (politica sociale, sanità pubblica, protezione dei consumatori, ricerca e turismo), nonché membro supplente della Commissione IV^ (politiche urbane, assetto territoriale, ambiente ed energia) e componente del gruppo di contatto Cipro-PECO. Inoltre, un rappresentante della Giunta regionale partecipa ai lavori della Conferenza Stato-regioni per esprimere pareri “sugli indirizzi generali relativi all’elaborazione e all’attuazione di atti comunitari che riguardano le competenze regionali”. La Giunta regionale, infine, esprime uno dei tre rappresentanti regionali presso la rappresentanza italiana permanente presso l’Unione europea (ITALRAP). Da precisare che dal Gabinetto del Presidente dipende l’ufficio di rappresentanza della regione Marche a Bruxelles, il quale tiene rapporti diretti con gli uffici e le istituzioni comunitarie.
La regione Sicilia sottolinea, invece, l’importanza dei rapporti che spesso si instaurano tra gli assessori e i ministri competenti per dare rilievo agli interessi regionali da rappresentare a livello europeo. Gli assessorati risultano, in alcuni casi, rilevanti anche a livello organizzativo. La provincia autonoma di Trento evidenzia, infatti, l’esistenza di un’organizzazione interna di strutture preordinate ai rapporti comunitari che fa capo all’Assessorato alle politiche comunitarie, cooperazione allo sviluppo ed emigrazione e che si articola, nell’ambito del Dipartimento rapporti comunitari e relazioni esterne, in un Servizio rapporti comunitari (costituito da un Ufficio fondi strutturali e da un Ufficio rapporti con l’Unione europea). Le informazioni e la documentazione tecnica vengono assicurati da un Centro di documentazione europea. Nella regione Campania la competenza esclusiva in materia di attuazione della legislazione comunitaria appartiene alla Giunta regionale. In particolare, il Presidente relaziona in Consiglio sulle linee programmatiche, a seguito di decisione della Conferenza di capigruppo, mentre gli assessori rispondono in aula alle questioni poste dai singoli consiglieri tramite interrogazioni ed interpellanze. Il Consiglio regionale ha un ruolo marginale in questo ambito, potendo solo procedere ad atti di indirizzo mediante l’approvazione di ordini del giorno.

Tratto da
Rapporto sulla legislazione 2001
2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia R. Sciumbata)

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