Dall’analisi del questionario è emerso che alcune regioni (Marche, Sardegna, Sicilia e Veneto) hanno formalizzato i ruoli del Consiglio e della Giunta definendo apposite procedure. Ad esempio, la regione Sardegna ha stabilito, ai sensi dell’art.8 della L.r. 20 del 1998, che il Consiglio formula gli indirizzi cui deve ispirarsi la Giunta nella definizione degli obiettivi e nella concertazione con gli organi comunitari. I programmi sono concordati dalla Giunta con gli organi statali e comunitari ed approvati dal Consiglio. Per le modificazioni dei programmi che devono essere concordate dalla Commissione europea con lo Stato membro, il Consiglio deve pronunciarsi entro 45 giorni dalla presentazione; mentre le altre modifiche possono essere approvate dalla Giunta regionale previo parere della Commissione consiliare competente. La regione Sardegna evidenzia anche la partecipazione dei rappresentanti della Giunta e del Consiglio alla Conferenza per le regioni periferiche e marittime (CRPF).
La regione Marche sottolinea che al fine di assicurare un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale nell’elaborazione e attuazione delle politiche comunitarie, è stata istituita, con una modifica al regolamento interno del Consiglio, apportata nella seduta del 14 giugno 2000, una Commissione consiliare permanente (IV^) competente in materia di politiche comunitarie, cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale. Detta Commissione esprime, tra l’altro, parere in ordine alle proposte di legge o di atto amministrativo, assegnate in sede referente ad altre Commissioni, che prevedono l’impiego di risorse comunitarie. La stessa regione precisa che le procedure interne seguite in materia di elaborazione e attuazione delle politiche comunitarie sono differenti. In particolare, quelle relative all’approvazione dei programmi comunitari di cui agli Obiettivi 2 e 3 del Reg. CE 1260/99, del piano di sviluppo rurale di cui al reg. CE 1257/99 e del programma SFOP 2000/2006 “interventi a sostegno del settore ittico” di cui al reg. CE 1257/99 sono state stabilite con un protocollo d’intesa Giunta-Consiglio in base al quale la competenza all’approvazione della proposta di atto da presentare all’Unione europea spetta al Consiglio regionale. La fase di negoziazione con l’Unione europea è, invece, seguita dal competente servizio della Giunta regionale che ne informa la Giunta medesima. Sulle modifiche richieste dall’Unione europea e sulle relative determinazioni assunte dalla Giunta viene data informazione al Presidente del Consiglio, alle Commissioni consiliari competenti e ai Presidenti dei gruppi consiliari. Terminata la fase di negoziazione, la Giunta regionale, sentite le Commissioni consiliari competenti, adotta le modifiche al programma concordate con l’Unione europea. Dopo l’approvazione del programma da parte dell’Unione, la Giunta approva l’atto definitivo, che viene successivamente pubblicato sul B.U.R.. Le modifiche del programma, che dovessero richiedersi nelle fasi successive, sono comunicate al Consiglio regionale.
Diverse sono, invece, le procedure relative alle iniziative comunitarie di cui al reg. CE 1260/99. Infatti, per Leader plus la proposta è adottata dalla Giunta regionale, sentite le Commissioni consiliari competenti e, in seguito, inviata per la valutazione all’Unione europea. Le modifiche al programma sono adottate dal Consiglio su proposta della Giunta regionale. Invece, per Interreg III la proposta di programma regionale, di accordo tra le regioni comprese nel gruppo CADS, è adottata dalla Giunta regionale e trasmessa al Ministero competente per i successivi adempimenti. Per quanto attiene l’iniziativa comunitaria Equal e le azioni innovative di cui al fondo FERS, previste nel reg. CE 1260/99, la competenza è attribuita alla Giunta regionale.
La regione Sicilia sottolinea il ruolo preminente svolto dalla Giunta regionale attraverso il Dipartimento della programmazione che si occupa di definire gli obiettivi da perseguire a livello regionale in conformità con gli indirizzi strategici e le priorità stabilite dalla Commissione europea. Relativamente al POR 2000-2006, l’Assemblea regionale siciliana ha dedicato un’apposita seduta nel corso della quale è stato approvato un ordine del giorno di indirizzo alla Giunta regionale circa le posizioni da assumere durante le trattative. L’iter è stato seguito dalla Commissione consiliare competente. La Giunta, in attuazione del partenariato istituzionale, ha anche effettuato numerose riunioni tecnico-politiche tra i responsabili della Giunta stessa e i rappresentanti della Commissione europea.
La regione Veneto (art.6 L.r.30/96) precisa che il Consiglio regionale, nella risoluzione di approvazione della proposta relativa al Docup 2000-2006, ha segnalato alla Giunta i criteri e le linee direttive per lo svolgimento dell’attività di partenariato con la Commissione europea e con lo Stato, nonché per garantire l’attività di controllo da parte del Consiglio stesso. Tra le indicazioni sono da evidenziare un’adeguata informazione; la partecipazione ai Comitati di Sorveglianza; la comunicazione tempestiva relativa alle risorse finanziarie riguardanti il Complemento di programmazione e i Piani settoriali; un’eventuale specifica sessione annuale del Consiglio riguardante i programmi comunitari, anche con l’istituzione di un osservatorio; la modifica dei piani, delle procedure e degli strumenti della programmazione e della legislazione (tra cui le LL.rr. 40/1990 e 30/1996) al fine di adeguarli alle mutate esigenze della realtà regionale.

Tratto da
Rapporto sulla legislazione 2001
2. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia R. Sciumbata)

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