3.3 Le forme di partecipazione e concertazione istituzionale
Il dato di maggiore novità che sembra possa ricavarsi dalle esperienze regionali di questi ultimi anni è, come già accennato in precedenza, quello relativo allo sviluppo di un modello di consultazione-partecipazione-concertazione fondato sulla previsione di specifici organismi collegiali, caratterizzati - seppur con varianti significative da regione a regione - da una valenza rappresentativa dei soggetti esterni, chiamati ad esprimere pareri, proposte, intese, ecc.
Le risposte date al questionario contribuiscono solo parzialmente a mettere in risalto la portata del nuovo sistema, anche se non mancano specifici riferimenti sul punto.
In via generale è segnalata la previsione da parte di "molte" leggi regionali di organismi collegiali con funzioni propositive e consultive (Marche), ma anche l'esistenza di un "gran numero" di organi consultivi che, pur allocati presso l'esecutivo, interloquiscono anche con il consiglio (Sardegna).
Si tratta di un fenomeno non nuovo, che però di recente sembra assumere una valenza maggiore, in particolare per quanto riguarda la previsione ex novo o anche la rivitalizzazione di organismi di rappresentanza sia degli enti locali che delle categorie del mondo sociale, economico e produttivo.
Da rilevare, nello specifico, come da ultimo proprio i processi di attuazione regionale delle cc.dd. leggi Bassanini e, in particolare, molte delle leggi regionali di attuazione del d. lgs. 112/98, si siano caratterizzate oltre che per la ripartizione delle funzioni amministrative tra i livelli territoriali, anche per il loro carattere ordinamentale e di ridefinizione dei rapporti complessivi tra i soggetti (non solo istituzionali) del sistema regione.
In questo contesto, le procedure consultive e di informazione, se hanno costituito un terreno importante ed imprescindibile per la definizione in sede regionale delle scelte attuative della l. 59, allo stesso tempo proprio da un tale processo avviato dal legislatore statale hanno tratto nuovo impulso per la istituzione degli organismi collegiali di consultazione a livello regionale.
Le risposte date al questionario contribuiscono solo parzialmente a mettere in risalto la portata del nuovo sistema, anche se non mancano specifici riferimenti sul punto.
In via generale è segnalata la previsione da parte di "molte" leggi regionali di organismi collegiali con funzioni propositive e consultive (Marche), ma anche l'esistenza di un "gran numero" di organi consultivi che, pur allocati presso l'esecutivo, interloquiscono anche con il consiglio (Sardegna).
Si tratta di un fenomeno non nuovo, che però di recente sembra assumere una valenza maggiore, in particolare per quanto riguarda la previsione ex novo o anche la rivitalizzazione di organismi di rappresentanza sia degli enti locali che delle categorie del mondo sociale, economico e produttivo.
Da rilevare, nello specifico, come da ultimo proprio i processi di attuazione regionale delle cc.dd. leggi Bassanini e, in particolare, molte delle leggi regionali di attuazione del d. lgs. 112/98, si siano caratterizzate oltre che per la ripartizione delle funzioni amministrative tra i livelli territoriali, anche per il loro carattere ordinamentale e di ridefinizione dei rapporti complessivi tra i soggetti (non solo istituzionali) del sistema regione.
In questo contesto, le procedure consultive e di informazione, se hanno costituito un terreno importante ed imprescindibile per la definizione in sede regionale delle scelte attuative della l. 59, allo stesso tempo proprio da un tale processo avviato dal legislatore statale hanno tratto nuovo impulso per la istituzione degli organismi collegiali di consultazione a livello regionale.
