Queste attività hanno assunto un sempre maggiore rilievo nei lavori del Consiglio regionale ed è molto complessa, come in seguito noteremo, la loro analisi, trattandosi di atti di diversa natura ed avendo ciascuna regione seguito differenti criteri di classificazione del materiale fornito.

In particolare, si farà riferimento agli atti di programmazione generale e settoriale; agli atti di amministrazione attiva, di controllo e consultiva; agli ordini del giorno, agli atti attraverso cui si esprime la funzione ispettiva del consiglio (mozioni, interpellanze, interrogazioni e risoluzioni); agli atti non legislativi che si concludono con documenti di indirizzo; alle attività conoscitive ed a quelle relative all’acquisizione di documenti; ai pochi regolamenti e atti normativi secondari, deliberati dalle regioni.

Passando ad esaminare la materia più analiticamente, riferendoci ai dati forniti dalla rilevazione del Servizio Studi della Camera, si deve notare come alcune regioni abbiano svolto, nell’ultimo decennio, un’attività non legislativa del consiglio del tutto settoriale e poco consistente. Tale tipo di attività risulta anzi assente nel caso della regione Abruzzo.
Al contrario, ha assunto un grande rilievo in altre regioni: nella regione Calabria, per via dell’approvazione di un certo numero di programmi regionali; nell’Emilia-Romagna, in cui dopo la revisione dello Statuto regionale del 1971, operata nel 1990, si è valorizzata la centralità del consiglio, con riguardo all’aumento delle funzioni legislative, di indirizzo, di controllo e di ispezione politica, anche se sono stati espressamente riservati al consiglio i soli atti non normativi che qualificano e specificano l’indirizzo politico-amministrativo della regione, con esclusione di tutti gli altri; nel Friuli-Venezia Giulia, con riferimento ai pareri su atti della giunta espressi dalle commissioni consiliari; nella Liguria, in cui sono stati rilevanti (complessivamente si tratta di 21 atti), nel biennio 1999-2000, i pareri propedeutici all’emanazione del definitivo atto di pianificazione urbanistica da parte della giunta (piani regolatori e loro varianti ai piani territoriali di coordinamento); nella regione Marche, con il notevole numero di pareri su atti della giunta (113), espressi dalle commissioni consiliari e previsti nelle leggi precedenti al periodo considerato.

Peraltro, quest’attività in altre regioni assume ulteriori connotati tipologici.
Nella regione Lombardia, ad esempio, sono stati numericamente elevati gli atti di amministrazione attiva e di controllo, in particolare nell’anno 1999, essendo stati rispettivamente 67 e 93.
Nella Sardegna, invece, sono rilevanti l’o.d.g.-voto su fenomeni di criminalità ed i sequestri di persona, l’attività svolta in 31 riunioni dalla Commissione speciale per la revisione dello Statuto e l’ordine del giorno, approvato il 26 febbraio 1998, sull’Autonomia speciale della Sardegna nel processo di revisione costituzionale, a cinquant’anni dall’emanazione dello Statuto. I dati forniti dalla Sardegna, peraltro, indicano un rilevante numero di atti ispettivi e di indirizzo. Con riferimento all’XI legislatura gli atti più importanti (soprattutto con riferimento al contenuto) sono quelli relativi ai rapporti giunta-Governo, che attengono alle politiche nazionali, pur non mancando numerosi atti concernenti le politiche regionali, tra cui quelli più significativi riguardano le materie del turismo, dei beni culturali, della sanità e dei rapporti con l’UE.
Merita anche un richiamo l’attività non legislativa dell’Assemblea siciliana, in cui è fondamentale il “voto d’Aula” sul documento di programmazione economico-finanziario, espresso ai sensi dell’art.2, della l.r. n. 10 del 1999 (mentre è di competenza delle commissioni assembleari il parere sugli atti di programmazione settoriale) e l’attività di indirizzo politico dell’Assemblea regionale, con la discussione e l’approvazione di mozioni ed ordini del giorno. Questi ultimi, in modo particolare, hanno espresso orientamenti ed impegnato la giunta regionale o l’Assemblea a specifici comportamenti, spesso anche nei confronti di organi non regionali, ovvero a svolgere accertamenti ed attività conoscitive ed hanno raggiunto un considerevole numero (specie con riferimento agli ordini del giorno) durante la XII legislatura. Talvolta, inoltre, dopo l’approvazione di ordini del giorno o di mozioni sono state nominate commissioni speciali di indagine e di studio o commissioni speciali per l’esame di determinati disegni di legge.

Nelle regioni ad autonomia speciale Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, da ultimo, sono rispettivamente da porre in evidenza le molte proposte di delibera del consiglio ed i provvedimenti deliberativi (atti amministrativi e proposte di regolamento) e l’attività ispettiva nel suo complesso. Per il Trentino-Alto Adige, più precisamente, sono da citare la proposta di delibera del consiglio n.1 del 1999, sulla determinazione del numero degli assessori regionali e l’adeguamento della composizione della giunta regionale alla consistenza dei gruppi linguistici rappresentati dal Consiglio regionale stesso e le proposte di delibera nn.3 e 4 del 1999, entrambe sulla modifica dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige.
Nella regione Valle d’Aosta i provvedimenti deliberativi (atti amministrativi, proposte di regolamento, risoluzioni ed ordini del giorno) sono stati numerosi, pur se in diminuzione dal 1997 al 1999 (da 236 a 163); l’attività ispettiva è stata, invece, costantemente in crescita (il numero delle interrogazioni, delle interpellanze e delle mozioni era di 158 nel 1997 ed è salito a 414 nel 1999).

Menu

Contenuti