Il settore sanitario in Italia, negli anni novanta, è stato caratterizzato da un processo evolutivo volto a creare un nuovo assetto basato principalmente sulla razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, sull’individuazione di strumenti in grado di garantire un accesso ai servizi più equo e sulla revisione del rapporto tra sanità pubblica e quella privata. Con razionalizzazione si intende non solo intervenire per ridurre la spesa, ma anche predisporre azioni in grado di riallocare, redistribuire e qualificare risorse e servizi.

Le politiche di programmazione sanitaria, fino alla riforma dell’inizio degli anni novanta (d.lgs.502/92 e successive modifiche), hanno puntato sull’offerta sanitaria in particolare mediante l’introduzione di elementi di concorrenza e l’assegnazione di un ruolo maggiore al privato. Con la recente riforma ter (d.lgs.229/99), è stato dato più rilievo alla programmazione, che ha assunto nuovamente un ruolo centrale e, soprattutto, è stata presa in considerazione la componente della domanda, vale a dire le problematiche collegate alla salute dei cittadini.

La visione della salute, ormai, non è più solo medica, ma riguarda la “salute della popolazione”. Il settore in oggetto può essere esaminato, quindi, solo attraverso un discorso plurisettoriale ed intersettoriale che coinvolge anche l’ambiente, soprattutto in termini di inquinamento. Tale visione è sottostante il piano sanitario nazionale 1998-2000.

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