Tra le Regioni e le Province autonome che hanno risposto al quesito relativo alle sessioni comunitarie del Consiglio regionale o di sue Commissioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto), alcune si sono contraddistinte per aver evidenziato che non si sono tenute specifiche sessioni comunitarie da parte dell’Assemblea consiliare (Abruzzo); che non si sono tenute sessioni comunitarie del Consiglio o di sue Commissioni (Lombardia e Sardegna) o che non sono previste e, comunque, non si sono tenute sessioni comunitarie (Provincia autonoma di Bolzano). La Provincia autonoma di Trento ha, invece, precisato, nelle annotazioni, che l’ordinamento della Provincia non prevede una sessione comunitaria, ma ha anche sottolineato che si ritiene una scelta vantaggiosa. La stessa Provincia ha anche fornito interessanti informazioni aggiuntive. In particolare, ha segnalato alcune novità, introdotte nel regolamento interno del Consiglio nel 2004, come, ad esempio, la costituzione di una Commissione consiliare permanente per i rapporti internazionali e con l’Unione europea, vale a dire un organismo di studio, ricerca e proposta della Provincia sulle decisioni dirette alla formazione degli atti comunitari e sulla loro attuazione e sull’adeguamento dell’ordinamento Provinciale alla normativa comunitaria. A tale proposito, ha specificato che, nel regolamento, è stata prevista la possibilità d’esprimere pareri, anche all’interno del procedimento legislativo; nonché, l’obbligo di relazionare annualmente al Consiglio (art.150 bis). Un’ulteriore novità è costituita dalla previsione di un flusso di informazioni, in materia comunitaria, a favore dei Consiglieri, da costruire attraverso un’intesa fra Consiglio e Giunta. Lo scopo è quello di consentire al Consiglio di conoscere (fin dalla fase di proposta) i progetti relativi alla formazione e all’attuazione della normativa comunitaria, elaborati in ambito istituzionale, sia interno (ad esempio, nella Conferenza Stato-Regioni), che presso le istituzioni comunitarie. Ciò permetterebbe al Consiglio di essere informato anche rispetto alle decisioni, che possono incidere sull’ordinamento provinciale (art. 147 bis). La Provincia di Trento ha, infine, segnalato la l.p. n.1/2005 (finanziaria 2005), la quale all’art.9 dispone che, al fine di favorire il pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione dell’Unione europea, la Provincia può autorizzare, in bilancio, livelli di spesa superiori a quelli previsti nei documenti di programmazione, approvati dall’Unione europea, limitandone però l’importo, entro un tetto massimo del 20 per cento.
Al contrario, le Regioni Campania, Toscana e Veneto hanno risposto positivamente, fornendo informazioni sulle sessioni comunitarie del Consiglio regionale e delle Commissioni. Le Regioni Basilicata e Umbria hanno, invece, fatto riferimento alle sessioni comunitarie del Consiglio regionale; la Regione Marche a quelle delle Commissioni consiliari.
In particolare:
- per quanto riguarda le sedute del Consiglio regionale, la Campania ha specificato sia per il 2004, sia per il 2005, che l’Assemblea consiliare ha tenuto delle sedute monotematiche per l’attuazione del Programma Operativo Regionale (POR); mentre la Toscana ha indicato, per il 2004, la mozione n. 758 relativa alla seduta del 24.11.2004; nonché, le due Comunicazioni nn. 76 e 79 riguardanti, rispettivamente, le sedute del 21.1.2004 e del 30.3.2004. La Toscana ha anche specificato, nelle annotazioni, che i dibattiti in Consiglio sono sempre legati a un atto di indirizzo o ad una comunicazione della Giunta e che, pertanto, i dati riguardano gli atti, le comunicazioni e le sedute in cui sono stati discussi.
Sempre in relazione alle sedute del Consiglio regionale, la Regione Veneto ha fornito informazioni molto approfondite, segnalando la seduta straordinaria del Consiglio regionale del 26.4.2004; nonché, l’approvazione, all’unanimità, nella seduta del 6.5.2004, della risoluzione n.78 (DCR 29/2004). In tale risoluzione, il Consiglio, richiamata la risoluzione n. 56 “Il Veneto nell’Europa allargata a 25 paesi” (presentata il 28.5.2003), si è impegnato a proseguire un vasto dibattito e ad aprire la consultazione con enti locali e con le associazioni sui temi dell’allargamento dell’UE, dell’“EuroRegione” e della cooperazione transfrontaliera; a promuovere, nelle sedi istituzionali europee competenti, il riconoscimento delle identità storiche, politico–istituzionali e culturali delle Regioni e degli enti locali nel Trattato costituzionale, come fondamento dell’Unione europea; a costituire un gruppo tecnico di lavoro, formato da esperti provenienti dal mondo universitario, dalle CCIAA, dalle rappresentanze della Commissione europea e del Parlamento europeo, al fine di sviluppare rapporti di sinergia e di collaborazione tra le istituzioni regionali e quelle comunitarie e di favorire una maggiore comunicazione ed interrelazione tra le realtà socio-economiche del Veneto con l’Unione europea. Il Consiglio regionale ha impegnato, inoltre, la Giunta: 1) a porre in essere ogni iniziativa utile per creare un definitivo assetto istituzionale europeo, al fine di dare certezze nei rapporti di diritti/doveri dei cittadini e degli Stati; 2) a costituire un Tavolo tecnico–politico di coordinamento con i soggetti in grado di assumere un ruolo attivo e propositivo, rispetto alle dinamiche dell’integrazione politica ed economica a livello europeo, che si occupi di tutte le materie e le tematiche connesse con l’integrazione europea e con la gestione dell’allargamento e che rappresenti un punto di riferimento per i differenti soggetti che, di volta in volta, sono chiamati a confrontarsi con temi ed interventi di livello europeo; 3) a dotarsi di un apposito strumento per lo studio, la valutazione e l’analisi dei fenomeni connessi ai temi della cittadinanza europea e dell’internazionalizzazione delle reti di sviluppo economico; 4) a curare, con particolare attenzione, i rapporti interregionali e transfrontalieri, soprattutto nell’ambito di talune aree di interesse comune, quali le politiche in materia di immigrazione, le infrastrutture (corridoio V) e le politiche della formazione, nel rispetto dei diritti degli individui e degli ecosistemi; 5) ad impegnarsi affinché il processo di costituzione di un’EuroRegione, che comprenda il nord est italiano, la Slovenia, la Croazia, alcuni Lander austriaci e contee ungheresi, avvenga attraverso la condivisione.
Tra le rimanenti Regioni, la Basilicata ha messo in rilievo solo una seduta del Consiglio regionale, svoltasi il 20.7.2004; mentre l’Umbria ha segnalato la seduta consiliare del 19.5.2004, specificando che si tratta, in particolare, dell’annuncio di comunicazione al Consiglio, ai sensi dell’art.29, comma 3, del regolamento interno riguardante la riprogrammazione di metà periodo del DOCUP Ob. 2 e dell’insieme dei programmi comunitari.

- Relativamente alle sedute delle Commissioni consiliari, la Regione Campania ha evidenziato che la 1^ Commissione competente in materia si è riunita, più volte, per audizioni di assessori regionali. La Toscana e il Veneto hanno approfondito molto questo aspetto. In particolare, la Toscana ha fatto riferimento alle sedute relative a diverse Commissioni e, in particolare, a quattro della Commissione Unione europea (24.2.2004, 16.3.2004, 20.7.2004 e 26.10.2004); ad una della Commissione Agricoltura (9.12.2004 sulla PAC) e a due della Commissione Attività produttive (quella del 28.10.2004 riguardante il Docup Ob.2 2000-2006 revisionato ai sensi del Reg. CE n.1260/99 e quella del 18.11.2004 relativa al Piano regionale della cooperazione internazionale). Inoltre, per quel che concerne il 2005, la Regione Toscana ha segnalato la seduta del Consiglio regionale dell’ 1.2.2005 (risoluzione n. 58); nonché, quelle di due Commissioni consiliari e, rispettivamente, della Commissione Unione europea (19.1.2005) e della Commissione Attività produttive (10.2.2005 relativa al piano regionale della cooperazione internazionale). Da precisare che è stato indicato l’oggetto delle sedute solo delle Commissioni Agricoltura e Attività produttive in quanto la Regione Toscana non ha effettuato alcuna specificazione relativa alle tematiche affrontate dal Consiglio regionale e dalla Commissione Unione europea.
Il Veneto ha ritenuto utile segnalare l’attività della Commissione speciale per i rapporti comunitari (1) (senza poteri istruttori), la quale, nel 2004, ha dedicato i suoi lavori prevalentemente alle problematiche connesse all’allargamento ai nuovi 10 Paesi. Tali lavori si sono svolti mediante la preparazione della sessione straordinaria del Consiglio regionale, nonché attraverso contatti e incontri con il segretario generale della programmazione, al fine di verificare l’attività ed il ruolo svolto dalla Giunta regionale sul tema, con particolare riferimento agli impegni assunti con la risoluzione n. 56/2003, in occasione della prima seduta straordinaria del Consiglio (27.5.2003). Inoltre, ha evidenziato che la Commissione ha avviato un rapporto con la Fondazione Nord Est per predisporre uno studio sulle conseguenze economico-sociali dell’allargamento nel Nord Est e nel Veneto, tenendo conto, in particolare, dei flussi migratori, delle infrastrutture, dei fondi strutturali e della politica agricola comune. Rientra, in questo ambito, anche la missione a Bruxelles, volta ad incontrare i rappresentanti di alcuni nuovi Paesi aderenti (Polonia, città di Praga, Ungheria). Una seduta della Commissione è stata dedicata, invece, all’approfondimento del progetto “EuroRegione”, attraverso l’audizione del dirigente responsabile delle relazioni internazionali della Giunta regionale, dell’accordo tra le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia (11.10.2004), finalizzato a promuovere la realizzazione di un’“EuroRegione”, nell’area Alto Adriatica. Infine, nell’unica seduta del 2005, sono state esaminate le relazioni tra AVEPA (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) e l’Unione europea, mediante un’audizione del direttore dell’ente.
Infine, ai sensi dell’art. 6 della l.r. n.30/1996, è stata presentata al Consiglio la relazione sullo stato di attuazione dei programmi cofinanziati dell’Unione europea. L’esame di detta relazione è stato effettuato, conGiuntamente, dalla Commissione bilancio e dalla Commissione affari comunitari.
La Regione Marche, per il 2004, ha indicato sei sedute delle Commissioni consiliari (da quella del 18.3.2004 all’ultima del 9.12.2004). In questo caso, tuttavia, non ha specificato né a quali Commissioni facciano riferimento, né l’oggetto delle sedute. Non risulta, invece, alcuna sessione comunitaria riferita al 2005.

(1) La Regione Veneto ha precisato che, anche nel Rapporto sullo stato della legislazione 2003, aveva segnalato l’attività svolta dalla Commissione speciale per i rapporti comunitari (Capitolo 2 “Formazione e attuazione delle politiche dell’Unione europea”, par.2.2.5 “Eventuali sessioni comunitarie specifiche dell’Assemblea o delle Commissioni consiliari e modalità di svolgimento. Riferimenti, nella bozza di nuovi Statuti, a sessioni comunitarie”).

TRATTO DA

Rapporto sulla legislazione regionale 2004-2005

7. FORMAZIONE E ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA (Letizia Rita Sciumbata)

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