La proposta del Pd sulla legge elettorale prende forma e, come ormai è tradizione, viene subito rinominata con un latinismo improvvisato, diventando il «Rosatellum», in base al nome del capogruppo dem Ettore Rosato.

In base a questa proposta, pressoché identica per entrambe le Camere, la metà dei seggi è attribuita con metodo maggioritario e l’altra metà con metodo proporzionale.

I seggi assegnati col metodo maggioritario sono ripartiti in collegi uninominali a turno unico, e sono attribuiti ai candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.

Per la assegnazione del restante numero dei seggi (attribuiti con metodo proporzionale), vengono formati dei collegi plurinominali costituiti dalla aggregazione di tre o quattro collegi uninominali contigui e tali che a ciascuno di essi sia assegnato un numero di seggi non inferiore a due e non superiore a quattro. Per questi seggi non viene espressa alcuna preferenza e permane il sistema delle liste bloccate.

Un primo elemento che desta senz’altro interesse è che si prevede una sola scheda elettorale: la croce sul candidato o sul simbolo concorre sia al risultato del collegio uninominale, sia al calcolo dell’esito proporzionale.

In tal modo, diversamente dal c.d. Mattarellum, i voti usati da una certa lista o coalizione per l’assegnazione del collegio uninominale, vengono usati anche per il calcolo proporzionale. E’ sì vero che lo scorporo era un elemento di debolezza del Mattarellum perché rendeva troppo forti i piccoli partiti, ma occorre anche dire che in questo caso si potrebbe avere un risultato tale per cui i medesimi voti, contando “due volte”, potrebbero portare a un eccessivo potenziamento di alcune forze politiche, che raddoppierebbero la loro forza elettorale.

Vi è poi anche da osservare che, quando la Corte costituzionale (sent. n. 1/2014) ha stabilito che le liste bloccate fossero ammissibili solo in caso di “liste corte”, lo ha fatto sul presupposto della conoscibilità delle medesime da parte dell’elettore e, perciò, sulla base della possibilità che questi possa esprimere un voto consapevole e univoco.

Da questo punto di vista, anche il Rosatellum appare problematico, sebbene sotto altro profilo, laddove si consideri che l’elettore ha una sola scheda a disposizione con cui si trova a doversi contestualmente esprimere su due computi molto differenti: quello del candidato al collegio uninominale (maggioritario) e quello del/dei candidati della stessa lista (proporzionale). 

Per un altro utile commento alla proposta, si veda anche l’intervista di Stelio Mangiameli:

http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2017/5/19/LEGGE-ELETTORALE-Rosatellum-ecco-come-funziona-l-ultimo-imbroglio-di-Renzi/764863/

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