L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha intrapreso uno studio su “Local Entrepreneurship Ecosystems and Emerging Industries in Cambridgeshire and Peterborough”, nell’ambito della serie di studi “OECD Local Economic and Employment Development (LEED) Committee’s 2019-2020 Programme of Work activity on local entrepreneurship ecosystems”.[1]

L’esperienza è particolarmente rilevante dal punto di vista del decentramento. Il Regno Unito, infatti, ha devoluto negli ultimi anni una serie di funzioni a varie forme di governi locali, come il caso delle grandi aree metropolitane, come per esempio Greater London.

Nel caso in questione, si trattava in particolare di fare un primo esame delle politiche incentrate sulla formazione professionale e per gli adulti nella regione di Cambridge e Peterborough. La formazione è stata infatti devoluta alla neonata Cambridgeshire and Peterborough Combined Authority (CPCA), che ha visto il primo sindaco eletto di recente.

La CPCA è dotata di un fondo per la crescita, sostanzialmente per finanziare infrastrutture locali. Ad oggi è stato redatto un piano per le infrastrutture che prevede una serie di interventi nei trasporti locali e nella mobilità locale.

Dal punto di vista dell’autonomia, il caso più rilevante è la politica per la formazione professionale degli adulti e l’aggiornamento delle competenze (skill policy). La necessità di devolvere la materia della formazione alle autorità locali deriva da una presunta maggiore capacità dei governi locali di adattare il sistema della formazione professionale alle esigenze e alle opportunità locali. Il sistema della formazione professionale è storicamente una spina del fianco del sistema produttivo inglese. Se da un lato infatti, presenta delle eccellenze nel panorama mondiale nel campo dell’università (come nel caso proprio dell’Università di Cambridge), dall’altro il progressivo declino dell’industria manifatturiera ha determinato la presenza di una forza lavoro con competenze obsolete che il settore della formazione degli adulti non riesce a convertire.

Il sistema della formazione è stato recentemente ampiamento riformato allo scopo di creare un binario credibile parallelo ed alternativo alla formazione universitaria. A tal fine è stato implementato il c.d. Apprenticeship Levy, che consiste in uno schema di incentivo per l’apprendistato finanziato in parte dalle grandi imprese, in parte dallo Stato, mentre per le piccole e medie imprese è previsto un co-finanziamento del 10% per ogni corso di apprendistato.

Il sistema è stato riformato per supplire alla carenza di apprendistato, spostando l’enfasi interamente sulla domanda delle imprese. L’idea di fondo era che nel momento in cui dovevano essere le imprese a fruire dell’apprendistato, e non più il singolo lavoratore, queste avrebbero necessariamente richiesto dei profili di loro interesse, contribuendo a rendere il sistema della formazione più rispondente alle loro esigenze.

Ad oggi, diverse sono le criticità che sono emerse durante la missione studio. Mentre le grandi imprese si sono attivate, le piccole e medie imprese hanno riscontrato una serie di difficoltà. In primis la rigidità dello strumento. In secondo luogo, spesso le piccole imprese hanno deficit di capacità, tempi limitati, e mancanza di staff da affiancare agli apprendisti. Nel caso del settore manifatturiero, si riscontra una carenza di visione delle piccole imprese relativamente a quelli che saranno gli effetti della rivoluzione digitale dei prossimi anni, come nel caso di manifattura 4.0.

Dal punto di vista sistemico, è emersa la carenza di uno, o più, attori capaci di coordinare il sistema della formazione a livello locale, soprattutto con approfondimenti settoriali. A questo proposito è emerso come sia il sindacato sia le associazioni imprenditoriali, come le camere di commercio, non riescono a giocare un ruolo di coordinatori. Questo ruolo, che in linea di principio potrebbe essere svolto dalla neonata Cambridgeshire and Peterborough Combined Authority, non viene effettivamente svolto per mancanza di risorse e personale. I cosiddetti Regional Colleges, che si occupano della formazione tecnica e professionale degli adulti, potrebbero invece svolgere il ruolo di coordinatori locali, ma non ne hanno le competenze. C’è pertanto un vuoto che dovrà essere colmato al primo tagliando della politica di apprendistato previsto per i prossimi mesi.

Il processo di devoluzione sarà inoltre investito dal caso della Brexit. Ad oggi, il governo ha promesso che sostituirà integralmente i fondi europei provenienti delle politiche di coesione con un fondo nazionale di pari importo. E’ interessante una proposta, elaborata in ambienti governativi, di usare tale fondo per dare attuazione a una più completa forma di devoluzione, sia in termini di competenze sia in termini di autonomia finanziaria (oggi estremamente limitata).

I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere l’evoluzione della vicenda della devoluzione nel Regno Unito, dalle politiche della formazione a tutte le altre politiche ad oggi coperte dalla politica di coesione europea.      

 

 

[1] Andrea Filippetti ha partecipato, come membro dell’Issirfa, allo studio assieme ad una squadra composta da altri due ricercatori europei e il capodelegazione del Centre for Entrepreneurship, SMEs, Regions and Cities (CFE) della OCSE.

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